UNIVERSITA’ DEL TEMPO LIBERO
MALCESINE – PALAZZO DEI CAPITANI
Prostata e invecchiamento:
Parliamone con l’urologo.
Dott.ssa Francesca M. Cavicchioli, urologa.
La lezione odierna tratta di un argomento relativo ad una malattia che colpisce gli uomini che, nella maggioranza dei casi, ha raggiunto un’età superiore ai 65 anni: la prostata, .
Deputata a parlarne la Dott.ssa Francesca M. Cavicchioli, urologa, che ci ha informato, con rigore scientifico, del problema medico, dei risvolti personali che investono il malato, della diagnosi e delle cure da somministrare.
L’urologia è una branca specialistica medica e chirurgica che si occupa dell’apparato urinario maschile e femminile e, in particolare, si concentra sulle malattie che riguardano rene, uretere e vescica per entrambi i sessi e di quelle del pene e testicoli per l’uomo.
Nello specifico la Dott.ssa Cavicchioli ci parlerà di prostata.
La prostata è una piccola ghiandola che fa parte dell’apparato genitale maschile. E’ localizzata nelle pelvi ed è posta al di sotto della vescica, anteriormente all’intestino retto. Circonda la porzione iniziale dell’uretra ed è rivestita da tessuto muscolare e da una capsula fibrosa.
La principale funzione della prostata consiste nel contribuire a produrre lo sperma, in quanto secerne una parte del liquido seminale rilasciato durante l’eiaculazione.
Con l’età subisce un ingrossamento e può essere colpita da diverse patologie come:
- prostatite: infiammazione della prostata;
- ipertrofia prostatica benigna: aumento di volume della prostata;
- adenocarcinoma prostatico: tumore della prostata.
Negli uomini affetti da ipertrofia prostatica i disturbi delle basse vie urinarie possono interessare diversi aspetti della minzione e manifestarsi in maniera diversa:
- disturbi della fase di riempimento della vescica;
- disturbi della fase di svuotamento della vescica;
- disturbi post minzionali.
Questi disturbi provocano diverse difficoltà nella fase urinaria, anche con perdite involontarie di urina (incontinenza), variazione del flusso delle urine durante lo svuotamento della vescica, ritenzione di urina acuta o cronica.
Necessario, per una corretta valutazione del problema, fare una visita specialista dall’urologo, elencando la lista dei farmaci assunti, menzionando ulteriori malattie, descrivendo lo stile di vita quotidiano (esercizio fisico, fumo, alcool, dieta), informando il medico sull’inizio delle problematiche emerse, tenendo conto che i fattori di rischio sono determinati da età (l’incidenza del tumore aumenta con l’età), etnia (la popolazione di colore è più a rischio), fattori ormonali (elevati livelli circolanti di testosterone e di IGF-1), storie familiari di tumore della prostata.
Il medico effettuerà un controllo digito-rettale per valutare dimensioni, forma e consistenza della prostata e, dopo ulteriori accertamenti, anche strumentali, emetterà la corretta diagnosi e la terapia da seguire.
Da evidenziare che molti uomini scelgono di non parlarne con nessuno o di non recarsi dal medico perché hanno paura di avere una malattia incurabile, o di ricevere una diagnosi errata, o per problemi di natura finanziaria, isolandosi e non relazionandosi col prossimo.
Nelle fasi iniziali il tumore della prostata è asintomatico. Viene diagnosticato in seguito alla visita urologica, che comporta in genere, come detto sopra, esplorazione rettale e controllo del PSA con un prelievo del sangue. Dopo i controlli di rito (PSA, esame rettale, biopsia, approfondimenti strumentali), l’urologo, fatta l’esatta diagnosi del male, stabilirà il trattamento da adottare, mirato per ogni singolo paziente, concordandolo spesso con lo stesso paziente.
Quando si parla di terapia attiva, la scelta ricade sulla chirurgia radicale (rimozione dell’intera ghiandola prostatica) adottando strumenti chirurgici con intervento di rimozione in modo classico o per via robotica, mentre nei trattamenti considerati standard si ricorre alla radioterapia a fasci esterni con risultati simili a quelli della prostatectomia radicale. Quando il tumore alla prostata si trova in stadio metastatico, la chemioterapia nen è il trattamento di prima scelta e si preferisce, invece, la terapia ormonale, nota come terapia di deprivazione androgenica. Da evidenziare che si possono manifestare effetti collaterali come calo o annullamento del desiderio sessuale, impotenza, vampate, aumento di peso, osteoporosi, stanchezza.
Come tutte le malattie che affliggono il genere umano, anche il manifestarsi della prostata è l’inizio di paure, inconvenienti, cambiamenti della propria normalità di vita, ma la presenza dei sanitari deve servire a rasserenare l’animo di chi ne viene colpito, con la giusta informazione sulle terapie da adottare, tranquillizzando il paziente e le famiglie, evitando di innescare ulteriori paure psicologiche sui soggetti interessati.
Ovvio che in tutto ciò deve prevalere la prevenzione sanitaria, con controlli periodici, informando il medico di fiducia di eventuali malesseri o cambiamenti di stati fisici che possano presagire eventuali inizi di malattie.
La Dott.ssa Cavicchioli ha parlato della malattia in termini esaustivi, consigliando le mosse corrette da adottare per prevenire conseguenze non più rimediabili, evidenziando che il medico deve informare, ma non spaventare, il paziente, che deve essere a conoscenza della giusta entità della malattia, evitandogli sconvolgimenti anche di natura psicologica.
Giuseppe Romano
Malcesine, 14 Marzo 2025
1 commento:
Ottimo articolo Pino, molto esaustivo complimenti.
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