Non dimenticare le parole,
dette sotto il gelso, in una
notte di splendida luna piena.
Invocavo, turbato dal riserbo di
sempre, atti impuri per saldare
i nostri corpi madidi di sudore.
Il silenzio, rotto dal frinire
di cicale impazzite dall’afa,
emergeva ruvido a ricordare
che non è più tempo di futuro,
ma dell’oggi che si vive attimo
per attimo, tra le vie traverse.
La folla anonima e un volto
con la luce negli occhi umidi.
Giuseppe Romano
25/08/2024