Questi
giorni,
dedicati
all’ozio,
cingono
il corpo,
avviluppando
sclerotiche
arterie.
Affiorano
ricordi,
quando
volavo alto,
aggrappato
alle nubi,
a
cavalcare sentieri
liberi
del firmamento.
Solo
il silenzio, adesso,
a
farmi compagnia
e
inutili fonemi, ,
reiterati,
senza senso,
dall’etere
scevro da confini.
Dalla
finestra, non scorgo
flussi
di anonimi
accaldati
inseguire
primogeniture,
né Filippide,
latore
di missive.
Surreale
il momento,
impietrito
come
l’Urlo
di tal Munch,
con
gli alieni turbati
in
attesa di risposte.
E il
Papa rilancia il PADRE NOSTRO.
Giuseppe
Romano
27/03/2020