Sono andato via dal mare per
non bagnare le caviglie e non
ascoltare “tutti al mare” nella
balera colma di danzatori fatui.
Volevo ascoltare solo messaggi
del vento che, nulla assentendo,
accelera eventi suggerendo gli
occhi da fulminare con sguardi.
Volevo inventare delicate parole,
estraendole da un pozzo profondo,
colpendo le più recondite corde di
un cuore rotolante su storti binari.
Impararle a memoria nel silenzio
più assoluto e scolpire poi sassi
raccattati lungo le vie tortuose
d’una itinerante e instabile vita.
Mi resta solo di guardare il lago
che, con le sue acque, addolcisce
gli attimi disordinati, perforanti i
bioritimi dell’aorta ancora pulsante.
Volevo ritrovare il tempo, oramai
svanito nella nebbia dei ricordi, e
il mare abbandonato per una gloria
che non appartiene a vie calpestate.
Ho solo incontrato incantevoli occhi
di colore smeraldo che rammentano
acque lacustri e montuose catene
interdette a naviganti infiacchiti.
Giuseppe Romano
2/06/2022
1 commento:
Poesia evocativa che esalta splendide immagini poetiche. Complimenti.
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