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Ancora un giorno
sta attraversando
l’azzurro del cielo,
con il sole cangiante
tra nuvole incerte
di piangere o ridere,
per animare anonime
ore di silenzi, di noie,
di scialbi fermenti.
Sogno il rumore di un
sasso che lambisca la pelle
dell’acqua increspata, e
il concentrico cerchio
affiorato dal nulla
ad agguantare nel ventre
opulento sagome ignote.
Attendo, nel vuoto spettrale,
segnali di fumo a svelare
bui sentieri da rischiarare, e
verbi indicanti vie da varcare
per giungere certo alla meta.
Giuseppe Romano
17/05/2020
2 commenti:
Amo il lago di Garda dove è nato mio padre.Buona serata Olga.
Forse i sogni potrebbero aiutare, dare qualche segnale...
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