Tra
i tanti luoghi che ho avuto la fortuna e l’opportunità di
visitare, Trieste è, sicuramente,
una Città che mi ha sempre affascinato per la sua storia, il suo
territorio, per il suo essere terra di confine. Ed è per questo
motivo che, quasi alla fine di questo anno 2019, ho colto l’occasione
per tentare di assaporare l’aria e l’atmosfera di una città che
da sempre aspiravo di conoscere.
Collocata
fra la penisola italiana e l’Istria, ubicata a qualche chilometro
dal confine con la Slovenia, è capoluogo della regione a statuto
speciale Friuli Venezia Giulia, ponte tra Occidente e Oriente;
rappresenta un punto d’incontro tra diverse culture, religioni ed
economie, ma è anche il simbolo più evidente della resistenza e
del volere essere indiscutibilmente territorio italiano, come ben si
evince dallo studio del conflitto avvenuto agli inizi del 1900.
Giunto
nel primo pomeriggio del primo giorno di novembre alla Stazione
Centrale, la piazza antistante si è subito presentata ai miei occhi
con la sua maestosità e i suoi palazzi che già anticipavano la
bellezza della Città, i fasti dell’impero austro-ungarico di cui
la Città è impregnata, e, soprattutto, l’ordine che la
distingue.
Raggiunto
l’Hotel Milano, sede del mio breve soggiorno, sono stato accolto
con l’affabilità che contraddistingue sempre il viaggiatore
desideroso di riposo e di coccole.
Espletate
le usuali pratiche amministrative di accoglienza, con lo spirito di
un neofita assetato di conoscenza, accompagnato da un leggerissimo
vento dai triestini battezzato borina, percorrendo la Via Roma, mi
sono incamminato ammirando i bellissimi palazzi che via via si
presentavano ai miei occhi, fino ad immergermi, dopo Piazza della
Borsa, nella Piazza Unità d’Italia.
Immensa,
sensuale, unica, per i palazzi ognuno sede di strutture pubbliche che
governano la politica e l’economia della città.
Piazza
Unità d’Italia è la piazza principale di Trieste, di pianta
rettangolare si apre da un lato su uno splendido lungomare, sul Golfo
e sul porto che accoglie il traffico mercantile e turistico
proveniente da tutto il mondo.
Superata
l’emotività determinata dall’impatto con una Città pregna di
memoria storica e incantato dalla ricchezza architettonica che
pervade la totalità delle sue strutture, ho iniziato, nei giorni
successivi alla mia, purtroppo breve, permanenza, a visitare alcuni
luoghi simbolo che tanto lustro hanno dato e daranno alla città,
La
prima tappa del mio girovagare non poteva che essere il Castello
Miramare.
Realizzato
tra il 1856 e il 1860 per volere di Massimiliano d’Asburgo,
arciduca d’Austria, dà sul mare ed è circondato da un vasto parco
di circa 22 ettari.
I
saloni interni testimoniano, con le suppellettili esposte, tutte
rigorosamente d’epoca, la sontuosità e la ricchezza del periodo
storico vissuto dalla casa reale d’Austria.
Dopo
la visita a Miramare, mi sarebbe piaciuto visitare il Museo
Ferroviario, cosa che non è stato possibile fare in quanto, già da
qualche tempo, chiuso per restauro. Conto di visitarlo appena pronto
per rivivere l’atmosfera vissuta in impianti ferroviari durante la
mia esperienza lavorativa dal 1970 al 1994 nelle Ferrovie dello
Stato, Azienda pilastro del trasporto nazionale ed internazionale su
rotaia di persone e merci.
Passeggiando
sul lungomare, mi sono imbattuto nel Salone degli incanti (ex
pescheria) che ospitava l’ultimo giorno della mostra
“Disobbedisco”.
La
mostra, curata da Giordano Bruno Guerri, scrittore, giornalista e
storico italiano, rievocava l’impresa di Gabriele d’Annunzio a
Fiume nel 1919 che aveva lo scopo di evitare l’annessione della
città alla Jugoslavia.
Mostra
molto interessante con l’esposizione dell’automobile usata dal
D’Annunzio per l’ingresso in Fiume, nonché di altri cimeli, a
testimonianza dei momenti storici vissuti in quegli anni dopo la
Prima guerra mondiale.
Nel
peregrinare attraverso la città, non poteva sicuramente mancare una
visita al Colle di San Giusto, con il Castello, visto purtroppo solo
esternamente, e la bellissima Cattedrale.
Principale
edificio religioso cattolico di Trieste, è stato realizzato agli
inizi del 1300 unendo due chiese, dando così vita ad una Cattedrale
maestosa. La facciata è caratterizzata da un ampio rosone, mentre
l’interno è di stile neo-romanico.
Sul
piazzale del Castello si erge il Monumento ai Caduti.
La
visita alla città ha contemplato il Museo Scenografico Teatrale
ubicato all’interno di Palazzo Gopcevich, dove era ospitata anche
una mostra relativa “VEDUTE E VISIONI DI PORTO VECCHIO”, con le
immagini riproducenti momenti di vita portuale.
Avrei
voluto visitare anche la Sinagoga della Città, ma ho potuto ammirare
solo l’esterno della struttura, non essendo stato possibile far
coincidere gli orari di apertura della visita guidata. Ho potuto
ammirare, però, l’interno del Caffè Letterario San Marco.
Fondato
nel 1914, posto alle spalle della Sinagoga, è celebre per essere
sempre stato uno dei principali ritrovi degli intellettuali del
luogo, nonché, per essere stato ritrovo di patrioti anti-austriaci
durante la prima guerra mondiale. Conserva ancora quell’aria
aristocratica di un tempo, con al suo interno una libreria che ne
rafforza l’atmosfera intellettuale.
Di
fronte all’Hotel dove ero alloggiato c’è il Conservatorio di
musica Giuseppe Tartini con una bellissima scala per l’accesso ai
piani superiori, e con dei saloni che consentono,durante l’anno, la
programmazione di concerti.
La
mia breve visita a Trieste è giunta al termine, ma non posso
omettere di dire che poco prima di lasciare l’Hotel Milano mi si
è offerta una occasione unica.
Ho
conosciuto una persona speciale: Zosi Zografidou, docente presso
l’Università Aristotele di Salonicco, ma soprattutto poetessa e
vincitrice nel 2017 del Premio Letterario Gorgone D’Oro di Gela
(CL) con il volume di poesia “Parole notturne” (Circolo
Culturale Menocchio -2016), che mi ha onorato, con semplicità, della
sua parola, con un graditissimo commento sulla mia poesia. La
ringrazio per questo.
Vorrei
chiudere questo mio diario con un ringraziamento agli operatori
dell’Hotel Milano che mi ha ospitato in questo mio breve soggiorno
e con la pubblicazione delle sottostanti poesie scritte
nell’occasione.
Verso
il mare aperto
La
nave ha alzato l'àncora.
È
il mare aperto che
l'attende,
e l'ignoto.
Ma
il suo cuore freme.
Compagna
la speranza,
per
un'altra alba
con
un sole caldo,
senza
nubi.
Aggrappati
alla luce,
senza
se e senza ma,
con
la lancia di salvataggio
che
ti protegge il fianco.
Non
ignorare segnali Morse
che
giungono dall'etere,
magari
distorti e discontinui,
eppure
sinceri e mai superflui.
La
nave raggiungerà
un
nuovo porto piegando
il
rollio del momento.
Giuseppe
Romano
Trieste,
4/11/2019
Trieste
L’alabarda
ha colpito
il
cuore e i sensi
nel
giorno
dell’arrivederci,
con
i fregi
dei
suoi palazzi
senza
età.
Trieste,
gravida
di storia,
ancora
gonfia
di
martiri, grida
la
libertà di ieri
e
di domani.
Non
occultiamo
la
memoria.
La
vita necessita
dei
suoi amori.
Giuseppe
Romano
Trieste,
6/11/2019
Un
particolare ringraziamento alla Città di Trieste.
Giuseppe
Romano
11/11/2019
1 commento:
Complimenti Pino per questo minuzioso "diario di vacanze", un tour che ci ha fatto gustare le bellezze di questa città. Complimenti anche per belle poesie, un abbraccio Angelo.
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