giovedì 13 agosto 2020

Il faro

                                                                                                     A Giorgio Lorenzoni

In un angolo sperduto

d’un armadio obsoleto

è emerso un diario di bordo

vergato con la penna d’oca

bagnata dall’inchiostro

versato un dì nei calamai

dei tavoli di discepoli

agghindati da grembiuli

blu e nastri colorati.



Estesi i pantaloni corti,

l’Erminia già occupava

gli amorosi pensieri

d’un vivace pargolo

che sognava conquiste,

ma era conquistato.



E’ veloce il pianeta

che gira attorno al sole,

il caldo ed il freddo,

il lago e la montagna,

l’alternarsi del giorno

e della notte, la prole

che illumina la scena

e dilata di felicità

il cuore che ci guida

in questo mare cangiante

il sereno e la tempesta.



Navigo a vista, con il faro

che indica la rotta ed i

delfini che forgiano la squadra,

giocando con le onde della vita.



E’ tempo di ludiche giornate

per allietare visi conoscenti

con istanti discrepanti,

spezzando cicliche

monotonie e speranze,

ed il faro a illuminare

acque limpide e coralli.



Percorrendo la rotta,

l’Erminia sistema i miei

capelli e mi rimbrotta per

l’allineamento delle coppe.



E il mezzo secolo trascorso

tra le acque quotidiane

della vita, rimane fermo

al nastro di partenza e mira

il faro ancora in lontananza.



                  Giuseppe Romano

       12/08/2020

1 commento:

OLga ha detto...

Bella poesia!Saluti OLga

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