domenica 17 novembre 2019

I miei deserti di Carolina Monaci



Una serata speciale questa sera al Palazzo dei Capitani di Malcesine. Carolina Monaci ha presentato il libro   "I miei deserti"  racconta il suo  essere donna, figlia, madre, atleta, maratoneta  con finestra sul deserto. Un appassionato racconto di sofferenza, solitudine, felicità per i traguardi raggiunti  che invito a leggere. A supporto della serata, oltre alla Valentini Editore che ha editato  il  libro, Michela Bertuzzi ed il sottoscritto Pino Romano. Felici di essere stati coinvolti nel progetto da  Carolina. Un grazie speciale al numeroso pubblico che ha assistito alla serata.

lunedì 11 novembre 2019

Visita a Trieste

 

 

Tra i tanti luoghi che ho avuto la fortuna e l’opportunità di visitare, Trieste è, sicuramente, una Città che mi ha sempre affascinato per la sua storia, il suo territorio, per il suo essere terra di confine. Ed è per questo motivo che, quasi alla fine di questo anno 2019, ho colto l’occasione per tentare di assaporare l’aria e l’atmosfera di una città che da sempre aspiravo di conoscere.
Collocata fra la penisola italiana e l’Istria, ubicata a qualche chilometro dal confine con la Slovenia, è capoluogo della regione a statuto speciale Friuli Venezia Giulia, ponte tra Occidente e Oriente; rappresenta un punto d’incontro tra diverse culture, religioni ed economie, ma è anche il simbolo più evidente della resistenza e del volere essere indiscutibilmente territorio italiano, come ben si evince dallo studio del conflitto avvenuto agli inizi del 1900.
Giunto nel primo pomeriggio del primo giorno di novembre alla Stazione Centrale, la piazza antistante si è subito presentata ai miei occhi con la sua maestosità e i suoi palazzi che già anticipavano la bellezza della Città, i fasti dell’impero austro-ungarico di cui la Città è impregnata, e, soprattutto, l’ordine che la distingue.



Raggiunto l’Hotel Milano, sede del mio breve soggiorno, sono stato accolto con l’affabilità che contraddistingue sempre il viaggiatore desideroso di riposo e di coccole.
Espletate le usuali pratiche amministrative di accoglienza, con lo spirito di un neofita assetato di conoscenza, accompagnato da un leggerissimo vento dai triestini battezzato borina, percorrendo la Via Roma, mi sono incamminato ammirando i bellissimi palazzi che via via si presentavano ai miei occhi, fino ad immergermi, dopo Piazza della Borsa, nella Piazza Unità d’Italia.
Immensa, sensuale, unica, per i palazzi ognuno sede di strutture pubbliche che governano la politica e l’economia della città.
Piazza Unità d’Italia è la piazza principale di Trieste, di pianta rettangolare si apre da un lato su uno splendido lungomare, sul Golfo e sul porto che accoglie il traffico mercantile e turistico proveniente da tutto il mondo.



Superata l’emotività determinata dall’impatto con una Città pregna di memoria storica e incantato dalla ricchezza architettonica che pervade la totalità delle sue strutture, ho iniziato, nei giorni successivi alla mia, purtroppo breve, permanenza, a visitare alcuni luoghi simbolo che tanto lustro hanno dato e daranno alla città,
La prima tappa del mio girovagare non poteva che essere il Castello Miramare.
Realizzato tra il 1856 e il 1860 per volere di Massimiliano d’Asburgo, arciduca d’Austria, dà sul mare ed è circondato da un vasto parco di circa 22 ettari.
I saloni interni testimoniano, con le suppellettili esposte, tutte rigorosamente d’epoca, la sontuosità e la ricchezza del periodo storico vissuto dalla casa reale d’Austria.



Dopo la visita a Miramare, mi sarebbe piaciuto visitare il Museo Ferroviario, cosa che non è stato possibile fare in quanto, già da qualche tempo, chiuso per restauro. Conto di visitarlo appena pronto per rivivere l’atmosfera vissuta in impianti ferroviari durante la mia esperienza lavorativa dal 1970 al 1994 nelle Ferrovie dello Stato, Azienda pilastro del trasporto nazionale ed internazionale su rotaia di persone e merci.
Passeggiando sul lungomare, mi sono imbattuto nel Salone degli incanti (ex pescheria) che ospitava l’ultimo giorno della mostra “Disobbedisco”.
La mostra, curata da Giordano Bruno Guerri, scrittore, giornalista e storico italiano, rievocava l’impresa di Gabriele d’Annunzio a Fiume nel 1919 che aveva lo scopo di evitare l’annessione della città alla Jugoslavia.
Mostra molto interessante con l’esposizione dell’automobile usata dal D’Annunzio per l’ingresso in Fiume, nonché di altri cimeli, a testimonianza dei momenti storici vissuti in quegli anni dopo la Prima guerra mondiale. 


 
Nel peregrinare attraverso la città, non poteva sicuramente mancare una visita al Colle di San Giusto, con il Castello, visto purtroppo solo esternamente, e la bellissima Cattedrale.
Principale edificio religioso cattolico di Trieste, è stato realizzato agli inizi del 1300 unendo due chiese, dando così vita ad una Cattedrale maestosa. La facciata è caratterizzata da un ampio rosone, mentre l’interno è di stile neo-romanico.
Sul piazzale del Castello si erge il Monumento ai Caduti.



La visita alla città ha contemplato il Museo Scenografico Teatrale ubicato all’interno di Palazzo Gopcevich, dove era ospitata anche una mostra relativa “VEDUTE E VISIONI DI PORTO VECCHIO”, con le immagini riproducenti momenti di vita portuale.




Avrei voluto visitare anche la Sinagoga della Città, ma ho potuto ammirare solo l’esterno della struttura, non essendo stato possibile far coincidere gli orari di apertura della visita guidata. Ho potuto ammirare, però, l’interno del Caffè Letterario San Marco.
Fondato nel 1914, posto alle spalle della Sinagoga, è celebre per essere sempre stato uno dei principali ritrovi degli intellettuali del luogo, nonché, per essere stato ritrovo di patrioti anti-austriaci durante la prima guerra mondiale. Conserva ancora quell’aria aristocratica di un tempo, con al suo interno una libreria che ne rafforza l’atmosfera intellettuale.
 



Di fronte all’Hotel dove ero alloggiato c’è il Conservatorio di musica Giuseppe Tartini con una bellissima scala per l’accesso ai piani superiori, e con dei saloni che consentono,durante l’anno, la programmazione di concerti.





La mia breve visita a Trieste è giunta al termine, ma non posso omettere di dire che poco prima di lasciare l’Hotel Milano mi si è offerta una occasione unica.
Ho conosciuto una persona speciale: Zosi Zografidou, docente presso l’Università Aristotele di Salonicco, ma soprattutto poetessa e vincitrice nel 2017 del Premio Letterario Gorgone D’Oro di Gela (CL) con il volume di poesia “Parole notturne” (Circolo Culturale Menocchio -2016), che mi ha onorato, con semplicità, della sua parola, con un graditissimo commento sulla mia poesia. La ringrazio per questo.
Vorrei chiudere questo mio diario con un ringraziamento agli operatori dell’Hotel Milano che mi ha ospitato in questo mio breve soggiorno e con la pubblicazione delle sottostanti poesie scritte nell’occasione.




Verso il mare aperto

La nave ha alzato l'àncora.

È il mare aperto che
l'attende, e l'ignoto.

Ma il suo cuore freme.

Compagna la speranza,
per un'altra alba
con un sole caldo,
senza nubi.
Aggrappati alla luce,
senza se e senza ma,
con la lancia di salvataggio
che ti protegge il fianco.

Non ignorare segnali Morse
che giungono dall'etere,
magari distorti e discontinui,
eppure sinceri e mai superflui.

La nave raggiungerà
un nuovo porto piegando
il rollio del momento.

Giuseppe Romano

Trieste,
4/11/2019










Trieste

L’alabarda ha colpito
il cuore e i sensi
nel giorno
dell’arrivederci,
con i fregi
dei suoi palazzi
senza età.

Trieste,
gravida di storia,
ancora gonfia
di martiri, grida
la libertà di ieri
e di domani.

Non occultiamo
la memoria.

La vita necessita
dei suoi amori.

Giuseppe Romano

Trieste, 6/11/2019


Un particolare ringraziamento alla Città di Trieste.


Giuseppe Romano


11/11/2019



giovedì 7 novembre 2019

Trieste


L’alabarda ha colpito
il cuore e i sensi
nel giorno
dell’arrivederci,
con i fregi
dei suoi palazzi
senza età.





Trieste,
gravida di storia,
ancora gonfia
di martiri, grida
la libertà di ieri
e di domani.





Non occultiamo
la memoria.

La vita necessita
dei suoi amori.

                 Giuseppe Romano

Trieste, 6/11/2019

Verso il mare aperto

 

                                 La nave ha alzato l'àncora.



                                 È il mare aperto che

                                 l'attende, e l'ignoto.



                                  Ma il suo cuore freme.







                                 Compagna la speranza,

                                 per un'altra alba

                                 con un sole caldo,

                                 senza nubi.


                                Aggrappati alla luce,

                                 senza se e senza ma,

                                 con la lancia di salvataggio

                                 che ti protegge il fianco.







                                Non ignorare segnali Morse

                                 che giungono dall'etere,

                                magari distorti e discontinui,

                                eppure sinceri e mai superflui.







                               La nave raggiungerà

                              un nuovo porto piegando

                              il rollio del momento.



                                              Giuseppe Romano



Trieste,

4/11/2019
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