UNIVERSITA’ DEL TEMPO LIBERO
MALCESINE – PALAZZO DEI CAPITANI
Venezia nei dipinti di Canaletto: Il vedutismo.
L’argomento odierno programmato dall’Università del tempo libero a Palazzo dei Capitani tratta di un pittore nato il 1697 e morto il 1768: Giovanni Antonio Canal detto Canaletto.
La lezione è stata tenuta dalla Prof.ssa Claudia Petrucci che, con competenza e passione ha delineato i momenti storici e artistici del grande pittore veneziano.
Giovanni Antonio Canal nacque a Venezia da una famiglia facoltosa, con il padre ed il fratello anche loro pittori (di scenografie teatrali) e, probabilmente, per distinguerlo da loro, fu denominato Canaletto.
Avviato dal padre alla pittura, collaborò con lui ed il fratello a dipingere fondali per il teatro e nel 1716 ricevette le prime commissioni: i fondali per alcune opere di Antonio Vivaldi.
Tra il 1718 e il 1720 si trasferisce con il padre e il fratello a Roma per realizzare le scene di due drammi teatrali di Alessandro Scarlatti.
A Roma ha i primi contatti con i pittori vedutisti Viviano Codazzi, Giovanni Paolo Pannini e con Caspar van Wittel, pittore olandese. (Il Vedutismo è un genere pittorico, nato nel settecento, che si occupa di paesaggi o di città prese dal vero. Questa corrente si sviluppa soprattutto a Venezia che dà i natali a molti pittori vedutisti e rappresenta l’emblema del vedutismo italiano con i suoi scorci e i giochi di colore dell'acqua dei canali, e con le architetture, oggetto di ritratto frequente).
Le prime opere del Canaletto (Santa Maria d’Aracoeli, il Campidoglio e il Tempio di Antonino e Faustina) risalgono al suo soggiorno romano e gli consentono di prendere dimestichezza con il genere della veduta.
Tornato a Venezia riceve l’incarico da diversi nobili di trasporre su dipinti la bellezza dei paesaggi, con immagini che richiamano la vita reale quotidiana, i colori del giorno, la trasparenza delle acque, i costumi del popolo veneziano (colto, nobile, plebeo).
Per meglio curare la prospettiva delle immagini, usa la “camera ottica”.
Canaletto era un vero esperto dell’uso dell’ottica per aiutare il disegno e sapeva correggere le aberrazioni prospettiche che un uso indiscriminato delle camere ottiche arrecava alle opere di chi si affidava interamente al ricalco della prospettiva che si poteva ottenere con quell’attrezzo.
La sua maestria era testimoniata anche dall’uso accorto e raffinato del colore per rendere le atmosfere solari e la prospettiva aerea.
Attraverso le immagini visive, la Prof.ssa Petrucci ci mostra e ci spiega diverse opere del Canaletto, esposte peraltro in diversi Musei Internazionali, che fissano tutte, come una fotografia, i luoghi, il tempo, la cultura di una città (Venezia) unica al mondo per la sua architettura, i suoi canali, la società di quel tempo.
Piazza San Marco, il Canal Grande, la dogana, gli angoli più nascosti di una Venezia Città d’arte, di mercanti e di dogi, Rappresentati tutti con estrema perizia da un artista che ha fissato il suo tempo e la sua gente.
Nel 1746 si trasferì a Londra, ma la diversa atmosfera, i diversi giochi di luci e ombre, i paesaggi fecero sì che la sua arte cominciasse ad assumere tratti più meccanoici e manierati.
Nel 1763 Giovanni Antonio Canal fu nominato membro dell’Accademia Veneziana di pittura e scultura e il 19 aprile 1768 muore dopo una lunga malattia.
Pomeriggio sicuramente interessante che ha reso curiosi e interessati tutti i presenti, per un bagno di cultura che ha arricchito la mente e lo spirito.
Giuseppe Romano
Malcesine, 11 Dicembre 2024
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