I vecchi sono andati a dormire
anche stasera, evitando cadute,
per incontrare sogni di domani
e ricordi, guidati da nebulosità.
Come lampi, che annebbiano
astanti, emergono dolci figure,
stanziali in pacifici siti fidati,
nell’attesa di mirati scorrimenti.
Il filo, che li lega alle affezioni
di sempre, bruscamente tranciato.
Con il sole e la luna, alba e notte,
silenti sullo strambo andamento.
Piccoli eroi interpellano i grandi,
che non hanno risposte per loro
sulla via da seguire per pervenire
velocemente all’uscita del tunnel.
Intrappolati da parole senza senso
fissano finestre, muri orbi di luce,
schermi grigi, origliano cassandre
per intendere cenni pregni sicurezze.
Un labirinto avulso liberi pensieri,
corse sui prati per inseguire sfere,
carezze di mani nodose da baciare,
miraggi ancora serrati nei cassetti.
E mentre i vecchi, presi dall’artrite,
agognano ghermire il filo che li lega,
l’altro capo del filo alacre oscilla,
rasentando fatali burroni da evitare.
Giuseppe Romano
6/05/2020
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