giovedì 11 dicembre 2025

Storia della Croce Rossa Italiana

 

 

UNIVERSITA’ DEL TEMPO LIBERO

MALCESINE – PALAZZO DEI CAPITANI


ANNO ACCADEMICO 2025-2026


- Storia della Croce Rossa Italiana.

Relatore: Marco Faraoni.


Una storia lunga 101 anni.

Con questo breve incipit Marco Faraoni, divulgatore della Croce Rossa Italiana - Comitato di Bardolino Baldo Garda, inizia il suo intervento, programmato questo pomeriggio a Palazzo dei Capitani del Comune di Malcesine nell’ambito delle lezioni dell’Università del tempo libero per l’Anno Accademico 2025-2026, per illustrarci il percorso della Croce Rossa Italiana dalla sua fondazione ai giorni nostri.

Premessa necessaria riandare molto indietro negli anni al fine di avere cognizione della sanità militare prima del 1859 nel corso delle battaglie napoleoniche. I feriti venivano lasciati sul campo e venivano soccorsi dai compagni al termine della battaglia o finiti dal nemico.

Dominique-Jean Larrey, medico francese (1766-1842) in servizio presso la Grande Armata, si rende conto dell’importanza di curare i feriti già sul campo di battaglia e inventa le “ambulanze volanti” attraverso le quali i chirurghi militari potessero seguire gli spostamenti delle truppe e dare aiuto immediato ai feriti. Organizzò allora un sistema di vetture che dovevano essere allo stesso tempo comode, leggere, solide e capaci di seguire l’esercito e far adagiare per l’intera lunghezza i feriti, senza distinzione alcuna del loro grado, ma solo della gravità delle ferite.

Le postazioni mediche vengono distinte solo da un drappo nero al fine di avere una rapida identificazione del sito occupato.

Precursore di tale nuova visione di fornire cure ai feriti fu il medico napoletano Ferdinando Palasciano (1815-1891), che, arruolato come alfiere medico nell’esercito borbonico, durante la rivolta di Messina disobbedisce al suo comandante e cura indifferentemente i soldati borbonici e i patrioti. Processato e condannato a morte, dopo avere convinto i medici militari che a tutti feriti dovevano essere assicurate le cure prescindere dalla loro apprtenenza, viene graziato da re Ferdinando.

Per Ferdinando Palasciano i feriti erano tutti sacri a prescidere a quale esercito appartenessero e non potevano essere considerati come nemici perché compito di un medico è curare tutti i malati.

Il 24 giugno 1859 tre eserciti (Piemontese, Francese e Austriaco) si affrontano in una battaglia (Battaglia di Solferino) che lascia sul campo circa 14.000 morti e 23.000 feriti, nonché altri 23.000 feriti indiretti e malati. Il cittadino svizzero Jean Henry Dunant (1828- 1910), in viaggio per affari, è testimone dell’arrivo di tanti feriti nel piccolo villaggio di Castiglione delle Stiviere. Per la mancanza di luoghi adatti i feriti vengono ricoverati nelle chiese, nelle strade, nelle case e molti muoiono. Per mancanza di medici militari molte donne e lo stesso Dunant si prodigano volontariamente a prestare loro assistenza a prescindere del colore dell’uniforme.

Ispirato dal grave momento, Dunant scrive un piccolo testo “UN SOUVENIR DE SOLFERINO” che esce nel 1862 in 1600 copie editate a sue spese con il quale racconta la sua vicenda, porta la sua testimonianza e getta i germi di quella che sarà l’idea meravigliosa e rivoluzionaria della Croce Rossa, portando personalmente il testo a conoscenza delle autorità dell’epoca.

A seguito della pubblicazione di tale libretto il generale Dofour, il giurista Moynier, vari medici e lo stesso Dunant si prodigano per individuare alcuni principi comuni per creare un vero diritto umanitario da applicare ai conflitti armati e nel 1863 esperti e rappresentanti di varie nazioni si ritrovano per raggiungere tale obiettivo.

Nasce la Prima Convenzione di Ginevra ( 15-22 agosto 1864), approvata da 12 stati fra i quali l’Italia, con la quale si stabilisce che in guerra i feriti sono considerati neutrali, così come il personale sanitario adibito al loro soccorso. Si ritiene opportuno, inoltre, creare in ogni stato dei gruppi organizzati (Società di Soccorso) per assistere i feriti in tempo di guerra (Società di Croce Rossa) e doversi non considerare nemico il nemico ferito e bisognoso di assistenza.

Successivamente detti principi vengono ampliati con protocolli aggiuntivi estendendoli alle forze armate sul mare, ai prigionieri di guerra, ai civili in tempo di guerra, ai beni culturali in tempo di guerra.

Nel 1863 viene adottato come emblema una croce rossa in campo bianco, mentre nel 1876 il governo turco, per motivi religiosi adotta a simbolo la mezzaluna rossa; nel 2005 si aggiunge un terzo protocollo con un nuovo simbolo: il cristallo rosso.

L’uso dell’emblema è a scopo protettivo accordato dalle Convenzioni di Ginevra ed è esteso alle unità ed ai mezzi di trasporto sanitari e viene utilizzato sia in tempi di guerra che in tempi di pace.

I 7 principi fondamentali della Croce Rossa sono basati sul volontariato, precisi, limitati e comprensibili da tutti, al fine di non prestare il fianco a confusione e a strumentalizzazioni politiche, il tutto per rispondere ad una precisa azione umanitaria:

UMANITA’ - IMPARZIALITA’ – NEUTRALITA’ – INDIPENDENZA – VOLONTARIATO – UNITA’ – UNIVERSALITA’.


Il 15 giugno 1864 viene costituito il “Comitato Milanese della Associazione Medica Italiana per il soccorso ai malati e ai feriti in guerra” grazie al Dott. Cesare Castiglioni e grazie alle prime adesioni da parte di varie personalità di spicco del mondo scientifico, industriale e letterario. Si creano quattro sezioni con competenze varie per l’approvvigionamento di merci, l’istituzione di presidi, il reclutamento di personale medico e infiermeristico, l’acquisizione di mezzi idonei al trasporto.

L’Associazione viene approvata dal Ministero della Guerra e il 1° giugno 1866 il Ministero della guerra disciplina l’organizzazione ponendo regole militari ai componenti delle squadriglie e l’uso di una divisa.

Durante la III^ Guerra d’Indipendenza i volontari soccorrono i feriti garibaldini e i feriti sul mare e successivamente prestano i loro aiuti in diversi conflitti, Si ricorda particolarmente la campagna di Eritrea e la battaglia di Adua (1895-1896) dove il sovrano etiope Menelik II° chiese ed ottenne che i prigionieri italiani fossero consegnati alla CRI in cambio di assistenza ai feriti e malati etiopi e italiani.

La Croce Rossa Italiana, col trascorrere del tempo, viene utilizzata in diversi settori necessari di un intervento immediato (agricoltura, epidemie, infortuni sul lavoro, guerre, terremoti, alluvioni), in missioni di pace all’estero, in catastrofi internazionali, cioè in tutti quei luoghi che hanno bisogno di assistenza e di conforto umano.


Per finire Marco Faraoni ci illustra i compiti del comitato locale Bardolino Baldo Garda informandoci che sono quelli del Servizio Soccorso Emergenza con Ambulanza e Idroambulanza, di Informazione e Protezione Civile, di Formazione Sanitaria.

Infine si sofferma su una grave malattia: la poliemielite che si diffonde da individuo a individuo principalmente per vie oro-fecali.

Questa malattia viene curata inizialmente presso l’Istituto Chirurgico Ortopedico Marino di Valtorta in Provincia di Trieste (1920); nel 1947, a seguito della occupazione delle truppe tedesche durante la II^ guerra mondiale, l’Amministrazione passa al Comitato CRI di Verona che nel 1949 acquista Villa Basse in località Val di Sogno a Malcesine per trasformarla in Ospedale ospitando i primi bambini, aumentandone progressivamente la capienza fino a 84 nel 1951. Acquistata anche Villa Cologne Stademann si completa l’Ospedale di Malcesine dotandolo anche di cucine per la distribuzione di cibi ai pazienti. Dopo l’ampliamento si ricoverano anche gli adulti con una presenza giornaliera di circa 250 ricoverati divenendo uno dei migliori ospedale d’Italia con strutture sanitarie all’avanguardia.

Alla metà degli anni ‘70, in occasione della prima riforma sanitaria, la struttura passò in gestione pubblica attraverso la cessione della CRI alla Regione Veneto.

La Croce Rossa Italiana, attraverso i Volontari, i Mezzi, le Strutture varie, ci assicura benessere e soccorso e costituisce un esempio continuo per il miglioramento della nostra quotidianità.

                                                                                         Giuseppe Romano                           


Malcesine, 10 Dicembre 2025

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