giovedì 9 ottobre 2025

Frugando nel passato

 

Mi sovviene, al calar della sera,

la brezza marina che scortava

l’odore di zagara, fiorita a marzo,

anteprima del mandarino da gustare

al tramontare dell’anno che scorreva.


E l’afa dell’estate arida di piogge

utili per soddisfare l’arsura

della terra e delle anime.


Il giorno e la notte e poi l’autunno

con le prime frescure e l’inverno

con il Natale orbo della pioggia

sempre pigra a inumidire la terra

desiosa di lacrime celesti.


I cani, che non erano randagi,

liberi di occupare gli spazi

in ogni tempo, inseguivano

con gioia galline che razzolavano

nell’atrio sterrato dove le ragazze

inseguivano sogni con in mano

il telaio ed il lenzuolo da ricamare.


Solo i vecchi, la schiena curva e stanca,

attendevano le ombre della sera e la frugale

cena per raggiungere il giaciglio dove

appoggiare le ossa e attendere il domani.


Sfumano ricordi, affetti, amori e l’Isola.


All’orizzonte nubi consultano il futuro. 

 

                                     Giuseppe Romano


9/10/2025


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