domenica 9 marzo 2025
Semplicemente io - Serata 8 Marzo 2025 - Comune di Malcesine - Palazzo dei Capitani
Ragazze
Tornano sempre al nido
le ragazze di Malcesine.
Girando il mondo sognano
il Castello e il lido di Paina.
Appigliate alle vele fendono
le onde calpestano vie dense
di sudori regalano alla gente
note incantando i convenuti.
Cittadine del mondo, amano
Malcesine Benaco e il Baldo.
Lodano le montagne innevate .
Giuseppe Romano
Con questa poesia ho voluto omaggiare le protagoniste dell'evento "Semplicemente io" organizzato dal Comune di Malcesine l'8 Marzo, giornata notoriamente dedicata alla festa delle donne, e svoltasi al Palazzo dei Capitani.
La serata, presentata da una delle protagoniste (Roberta Scorza) ha via via fatto conoscere le altre compagne di viaggio: Asia Benamati, Glenda Dal Bosco, Saskia Battistoni, Patrizia Anna Negri, Giorgia Bertuzzi, Carlotta Rizzardi. Tutte con storie di determinazione e dedizione, attese e sogni, sacrifici e rinunce, attraverso il canto, la vela, la scrittura, la comunicazione e la grafica, hanno contribuito e contribuiscono a veicolare il nome di Malcesine nel mondo. Grazie al prezioso contributo di Martina Gasparini e Massimo Marchiotto, facenti parte della Giunta del Comune di Malcesine, la serata si è svolta con semplicità, ma con ricchezza di particolari, alla presenza del numerosissimo pubblico presente e, soprattutto, del Sindaco Giuseppe Benamati che ha portato il suo saluto e quello di tutta la Comunità. Alla fine, come detto, ho voluto contribuire anch'io ad omaggiare Le Ragazze con i versi sopra riportati, non dimenticando di ricordare che, nel contempo, era anche la giornata dedicata allle donne che, ogni giorno, mai dimenticarlo, ci donano la vita.
8 Marzo
Non bastano mimose
per incantare brandelli
di cielo imbronciato
ferito e oscurato
da maschere truci
che scippano fiori
Dietro le mura
al riparo da occhi
curiosi uccidono
sogni e domani
dipingendo dolore
che resta perenne
Le mimose sfioriscono
il dolore ti piega le mani
il silenzio martella le tempie
l'omertoso passeggia
col busto in avanti
sicuro e impunito
Le mimose non servono
oggi se il vento continua
a scalfire deboli rami
piegati da cinici volti
protetti da paratie
ricusanti arcobaleni
Giuseppe Romano
9 Marzo 2025
venerdì 7 marzo 2025
Il mito di Pippo
UNIVERSITA’ DEL TEMPO LIBERO
MALCESINE – PALAZZO DEI CAPITANI
Il mito di Pippo.
Dagli ultimi mesi del 1943 e fino al 1945, anni nefasti determinati dall’infuriare della 2^ guerra mondiale in Europa, in alcune zone del Nord Italia (Veneto, Emilia-Romagna, Toscana), in una fascia oraria individuata tra le 20 circa e le 23, gli abitanti cominciarono a sentire il ronzio di un aereo che, specialmente in aree poco urbanizzate, lanciava ordigni e mitragliava nel buio della notte.
Nacque la leggenda di Pippo, che vive ancora nella mente degli abitanti di queste zone.
Di ciò è venuto a raccontarci questo pomeriggio il Ten. Col. Alessio Meuti, già in servizio presso l’Aeronautica Militare, con esperienze in diversi settori dell’Arma, da zone operative a specializzazione formativa del personale, che dal 2009 si occupa di storia aeronautica, con particolare riferimento all’ambiente veronese e veneto, con attività di ricerca, divulgazione e consulenza.
Con azioni regolari, come detto, la popolazione sentiva il rumore di un aereo vespertino che volava al di sopra delle loro teste a bassa quota nella sera e attaccava chiunque si trovasse nel territorio. Erano aerei che compivano incursioni solitarie e sganciavano ordigni o mitragliavano nel buio della notte creando paura alle popolazioni vittime di tali incursioni.
La imprevedibilità e la quasi impossibilità di individuare questi velivoli, la loro comparsa nei cieli in ore notturne, rappresentò una presenza misteriosa nella mente degli abitanti che battezzò l’aereo Pippo.
Iniziò una guerra psicologica con gli abitanti specialmente nelle zone poche illuminate (paesi, campagne, case coloniche), costrigendo loro ad effettuare il coprifuoco nelle ore notturne per evitare che ogni minima fiammella individuata potesse essere bersaglio di Pippo.
Queste azioni avvenivano, come detto, di notte e assolutamente indisturbate, con la certezza di non potere essere individuate perché voli solitari, senza la possibilità di essere intercettati perché gli aerei volavano a bassa quota e senza l’ufficialità che tutti i voli dovevano avere.
Nell’immaginazione, l’aereo misterioso colpiva solo nelle prime ore della notte diventando una leggenda di nome Pippo.
Colpendo principalmente nell’oscurità, i “Pippo” rappresentavano una presenza misteriosa e incombente, funzionando da arma psicologica nei confronti delle popolazioni rurali, surrogatoria delle azioni di bombardamento strategico utilizzate nei grandi agglomerati urbani. Questo tipo di minaccia, con apparizioni casuali, poteva colpire anche i piccoli abitati che teoricamente si sentivano al sicuro dei bombardamenti massicci.
Le azioni di “Pippo” erano state programmate dagli Alleati e affidate ai piloti della RAF, decollavano da basi alleate (Falconara Marittima e Foggia) in formazioni di cinque velivoli per missione e poi si dividevano per raggiungere gli obiettivi loro assegnati.
Si diffusero, nell’immaginario popolare, diverse storie che contribuirono a montare la leggenda.
Tra le convizioni più diffuse che si trattasse di un solo aereo, pilotatato da donne, che colpiva ogni fonte luminosa visibile.
Tale disinformazione era dovuta alla segretezza della missione mantenuta dalle forze alleate e alla forte censura dei mezzi di informazione italiani che impedivano di conoscere la reale dimensione del fenomeno.
Non esiste in Italia un solo testimone della Seconda Guerra Mondiale che non abbia mai sentito parlare di Pippo. Da Nord a Sud le gesta di questo leggendario apparecchio notturno affollano i testi di Storia locale, le testimonianze di chi c’era o di chi l’ha conosciuto attraverso i racconti successivi. Pippo non è presente solo nei ricordi, ma pure nel folklore italiano dell’epoca. Attorno ad esso sono nate fiabe, filastrocche, canzoncine, poesie, disegni e dipinti. Insomma, Pippo rappresenta un momento preciso della nostra Storia nazionale, un tempo drammatico dove dal Brennero a Lampedusa l’Italia era bombardata dagli Alleati. È proprio Pippo, infine, a rappresentare l’unico esempio di memoria storica dei bombardamenti aerei a livello nazionale, una vera eccezione rispetto ai consueti ricordi popolari circoscritti sempre a contesti locali, il più delle volte comunali o al massimo provinciali.
Il nostro bombardiere solitario che di notte attacca qualunque luce localizzata a terra, è presente in ogni angolo della Penisola: il suo ricordo non è a tinta unica, ma delle volte prevale la paura e un tono più serio, in altre occasioni se ne parla in maniera più distaccata e umoristica. Partendo dalle testimonianze civili, scopriamo che si trattava di un velivolo notturno di origine inglese o americana, che sorvolando in solitudine città e campagne italiane andava a caccia di luci o altri bersagli improvvisati su cui sganciava qualche ordigno di piccolo calibro, a volte bombe a farfalla, o praticava un breve mitragliamento, al fine di snervare la popolazione e non farla dormire.
Pochi fatti storici, moltissimi racconti, Pippo rimane un prodotto legato alla nostra cultura, specialmente contadina, in un periodo di guerra che contribuì a devastare città, ad uccidere civili, a mutare la geografia del’Europa.
Nessuno ha potuto spiegare perché quell’aereo è stato chiamato “Pippo”.
Giuseppe Romano
Malcesine, 5 Marzo 2025
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