Proseguendo il suo cammino culturale in favore di allievi, docenti e genitori, Olimpia Palo, dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo di Castellucchio (MN), già dirigente scolastica presso l’Istituto Comprensivo Statale di Malcesine (VR), dopo “Le formiche e le rondini”, ha pubblicato un altro libro dal titolo “La leggenda dei fiori di loto” che, come il precedente, si presenta in una forma grafica diversa dai normali testi che vengono esposti nei luoghi dove si vendono libri.
Un messaggio che, a mio modesto parere, l’autrice vuole inviare ai suoi lettori per coinvolgerli emotivamente a nutrirsi delle storie (favole) che ha il piacere di raccontare.
Presentato qualche giorno fa presso l’Auditorium “San Giovanni”, polo artistico culturale di origine romanica, un tempo chiesa (sec. XII) riccamente affrescata, di Torre del Benaco sul Lago di Garda, il libro si mostra con una copertina rigida, vivamente colorata e con l’immagine di un lago colmo di fiori.
Ma è all’interno che si rimane sorpresi per la delicatezza della prefazione curata da Italo Bassotto e delle illustrazioni di Thomas Broccaioli, poi dalla storia che Olimpia Palo ci racconta con il suo stile semplice, ma forte nello stesso tempo, al fine di coinvolgere il lettore.
Il racconto narra di un giovane mantovano (Goffredo), partito per il lontano Oriente in cerca di fortuna, dove, in un incantevole giardino fiorito di ciliegi, incontra una fanciulla di nome Hasu (Fior di loto) e se ne innamora.
Goffredo torna a Mantova con Hasu e la fanciulla si porta un ciondolo d’oro, regalatole dalla nonna, contenente il seme di un fiore.
I due giovani vanno ad abitare in riva al Mincio, là dove il fiume si distende in una palude che dà origine a tre laghi, in compagnia di uccellini, aironi, cigni, libellule e farfalle, ma un disgraziato giorno Hasu annega, nonostante il disperato aiuto di Goffredo, lasciandolo nella disperazione.
Arrivata l’estate nel lago comparvero, come d’incanto, ampie foglie da dove si schiusero bellissimi fiori dai petali grandi e rosei subito battezzati, in onore di Hasu, fiori di loto.
Ed ogni anno, in quell’angolo di paradiso che si trova nel lago superiore ubicato nel borgo di Grazie (Mantova), il miracolo si ripete.
Una favola che Olimpia Palo, accompagnata da una libellula blu (simbolo di visione completa dell’universo), ci propone, parlandoci intimamente di amore tra popoli di diversa estrazione culturale, di emigrazione, di solidarietà, dandoci contemporaneamente tra le righe una lezione di umiltà, necessaria per relazionarci con i nostri simili.
24/01/2025
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