UNIVERSITA’ DEL TEMPO LIBERO
MALCESINE – PALAZZO DEI CAPITANI
Dante Alighieri: Il padre della nostra lingua, ma non solo…
Dopo la sosta di fine anno, riprendono gli incontri, programmati dall’Università del tempo libero, al fine di continuare un interessante viaggio con argomenti vari tra i quali storia, cultura, letteratura.
Oggi la Prof.ssa Luciana Calzà ci parlerà di un personaggio, venuto al mondo nel 1265, che tanto lustro ha dato e continua a dare all’Italia per le sue opere e per essere considerato il padre della lingua italiana: Dante Alighieri.
Il grande poeta nasce a Firenze, tra il 14 maggio e il 13 giugno 1265, da una famigla di secondaria importanza all’interno dell’elite sociale fiorentina con discreta agiatezza economica.
In quegli anni Firenze trasforma il suo status politico da “Comune” a “Signoria” ed è governata dai Medici.
Dante partecipa attivamente alla torbulenta vita politica di Firenze, divisa tra Guelfi e Ghibellini, e nel 1300, dopo essere stato in missione diplomatica a San Gemignano, viene nominato Priore di Firenze per due mesi. In quegli anni il papato era governato da Papa Bonifacio VIII, che aveva il potere temporale oltre che sprituale, e i Guelfi, cosidetti “neri” lo consideravano un alleato contro il potere imperiale, mentre i “bianchi” intendevano rimanere indipendenti sia dal papa che dall’imperatore.
Dante, allora va a Roma per parlare col Papa, ma contemporaneamente i neri rientrano a Firenze proprio con l’appoggio del Papa.
Successivamente viene accusato di baratteria e concussione, condannato a pagare una ingente ammenda e bandito da Firenze. Non essendosi presentato per scontare la pena, viene condannato a morte con la confisca di tutti i beni familiari (1315).
Dante allora preferisce l’esilio e tra il 1318 e il 1320 si trasferisce a Ravenna presso Guido Novello da Polenta, accolto con benevolenza e ammirazione. Muore tra il 13 e il 14 settembre 1321 e viene sepolto a Ravenna nella Chiesa di San Pier Maggiore (oggi San Francesco) con grandi onori, dove riposa oggi.
Per quanto riguarda la vita privata possiamo dire che Dante, nato come detto, nel 1265, risiede a Firenze fino al 1302. Bandito dalla sua città per motivi politica si ritroverà a vagare di città in città fino alla sua morte.
Nonostante le scarse risorse economiche, Dante riesce ad avere una buona istruzione, frequentando anche l’Università di Bologna.
In giovane età, conosce Beatrice Portinari e se ne innamora, anche se lei è sposata con un certo De Bardi.
Intanto sposa Gemma Donati per un matrimonio combinato da cui nasceranno tre o quattro figli.
Prima della morte di Beatrice scrive diverse poesie d’amore su modello provenzale e si avvicina ai poeti fiorentini, tra cui Guido Cavalcanti con cui crea la corrente poetica dello Stilnovo.
Alla morte di Beatrice la vita di Dante si sconvolge sia nello spirito sia nella letteratura e, preso da sconforto, abbandona le poesie d’amore e si dedica agli studi di Telogia e Filosofia.
La
prima opera scritta in questa fase della sua vita si intitola “Vita
Nova”, che raccoglie liriche dedicate all’amore e a Beatrice.
Altre
poesie di Dante sono confluite nella raccolta delle
“Rime”, mentre importante è anche lo scritto filosofico “Il
Convivio”, composto da quattro trattati, dei quali uno introduttivo
e tre dedicati all’amore per la filosofia, alla felicità che essa
dona agli uomini e alla natura della nobiltà.
Tra le opere in latino è particolarmente importante il trattato politico “De Monarchia” (1313?), nel quale Dante sostenne che il potere temporale doveva essere amministrato dall’imperatore e non dalla Chiesa.
Tra il 1304 e il 1308 scrive “Il de vulgari eloquentia” in latino e dal 1304 al 1321 l’opera che lo consacrò definitivamente al mondo intero: “Commedia” con Beatrice morta ad ispirarlo e ad accompagnarlo in Paradiso. Il Boccaccio successivamente le diede il nome di “Divina Commedia”.
Il poema, diviso in tre parti chiamate Cantiche (Inferno, Purgatorio e Paradiso), è composto da 33 canti (tranne l’Inferno che contiene un ulteriore canto proemiale) ed è strutturato in terzine.
Il poeta narra di un viaggio immaginario, attraverso tre regni ultraterreni, che lo condurrà alla visione della Trinità.
All’inizio del viaggio nell’aldilà Dante immagina di essersi trovato in una “selva oscura” che gli impedisce di muoversi, ma Virgilio, a cui Beatrice si rivolge, lo aiuta a proseguire il cammino.
Dante inizia così il suo viaggio che anche noi inizieremo nei prossimi incontri guidati magistralmente dalla Professoressa Luciana Calzà.
Giuseppe Romano
Malcesine, 15 Gennaio 2025
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