Da notizie pubblicate sui quotidiani, apprendo che le Ferrovie dello Stato (o Trenitalia come si chiamano ora) stanno per effettuare tagli dei treni a lunga percorrenza da e per la Sicilia, con ciò costringendo i viaggiatori che provengono dal Continente o vanno in Continente a scendere dal treno, andare agli imbarcaderi, salire sulle navi (delle Società private o delle Ferrovie stesse?) e riprendere il treno per raggiungere le città di destinazione. Probabilmente le logiche delle nuove Ferrovie (appartengo orgogliosamente alle vecchie Ferrovie dello Stato che facevano parte del fu Ministero dei Trasporti e dell'Aviazione Civile) sono improntate al raggiungimento del profitto e del bilancio, senza tenere conto delle necessità del viaggiatore comune, ma ritengo che anzicchè un passo avanti, si stia effettuando un passo indietro (diciamo un ritorno agli anni '30/'40), non considerando poi come le linee ferroviarie della Sicilia sono state fatte morire un poco per volta. Ma forse la visione Europea dei nostri soloni che stanno nelle stanze dei bottoni è troppo ampia (!?) per pensare di migliorare le già derelitte linee siciliane e i collegamenti tra il Continente e la Sicilia. A margine un ultimo pensiero: verrà a mancare la "traversata" tra Villa San Giovanni e Messina, la salita sulla nave dalle carrozze ricoverate all'interno della stessa, le arancine da mangiare subito dopo il distacco della nave dalla terraferma, la gioia per il sentirsi di nuovo a casa, lo struggimento per allontanarsi dalla propria terra per scoprire nuove terre e nuove avventure. Nostalgie di un vecchio ferroviere ancora in giro per l'Italia che non ha, però, dimenticato le sue origini.
Giuseppe Romano
5/02/2015