Costruire
alleanza educativa per
creare una comunità
educante, dialogante
(Olimpia
Palo)
Conoscersi
per dialogare. È il motto che la Dott.ssa Olimpia Palo, Dirigente
Scolastica dell’Istituto Comprensivo Statale di Malcesine, ha
adottato per realizzare punti d’incontro tra tutto il personale
della Scuola (Docenti e non) da Lei diretta al fine di creare un
nucleo di appartenenze per rendere la Scuola funzionante e
accogliente, creando un humus di relazioni formativo ed educativo.
Nel
segno di queste linee di indirizzo che contraddistinguono la vision e
la mission della Scuola, ha così proposto di effettuare un “Collegio
Navigante” che, partendo da Malcesine, collocata sulla sponde del
Lago di Garda in Provincia di Verona, arrivasse in battello a Limone,
bellissima cittadina facente capo alla Regione Lombardia, ma, di
fatto parte integrante del Lago di Garda che ha la peculiarità di
interessare tre Regioni nella nostra Italia (Veneto, Lombardia,
Trentino Alto Adige), per una ulteriore dimostrazione che l’Italia
è un’unica Nazione, pur con le sue tante diversità storiche e
culturali.
Il viaggio è iniziato un
sabato di fine maggio (27/05/2023) ed ha coinvolto un buon numero di
partecipanti che ha accolto con gioia il progetto.
L’invito
è stato esteso anche al sottoscritto e a quanti collaborano con la
Scuola, come ad una coppia di attori (Alessandra Brocadello e Carlo
Bertinelli) e al Maestro Bertuzzi, profondo conoscitore del
territorio, per avere, in tempi diversi, partecipato ad alcuni
progetti (poesia, teatro, storia locale) organizzati dalla Scuola per
arricchire la conoscenza degli alunni che, debbo dire, si sono
dimostrati interessati a queste tematiche.
Effettuato
l’imbarco, la Dott.ssa Palo ha salutato i partecipanti ispirandosi
ai versi di Walt Withman:
“ Al
mio sorprendente ed unico Collegio navigante fatto di santi, poeti e
navigatori, docenti, assistenti e collaboratori, figli, compagni,
mariti, e attori…
O
capitano, Mio capitano!
Il
nostro avventuroso viaggio è realizzato.
La
nave ha superato ogni ostacolo,
l’ambita
meta è conquistata.
Vicino
è il porto, si odono le campane,
tutto
il popolo esulta,
occhi
seguono l’invitto scafo,
la
nave tenace e intrepida
di
un Collegio che crede!
O
cuore, cuore, cuore,
o
gocce di lacrime di lago,
là
sul monte ora sorride il capitano,
invitto,
sognatore, vivo.
Oh
capitano, mio capitano
Rialzati
e ascolta le campane,
la
musica del cuore,
annega
nelle acque ogni rancore.
Per
te è issata la bandiera,
per
te fiori e ghirlande ornate di nastri e coste affollate.
Ecco
capitano, ciò che sembrava un sogno infranto
ora
è tempo vissuto e mai perduto,
Chiuso
nel ricordo del viaggio della vita di ciascuno.
Grazie
a tutti voi per condividere questo viaggio, per essere saliti a bordo
della “Scuola del dialogo e della gentilezza”,
di
una comunità educante, itinerante, navigante…
Buon
viaggio buona vita. ”
La
navigazione dalla sponda est a quella ovest si è dolcemente
sviluppata con armonia e spensieratezza, con la visione del Palazzo
dei Capitani, del Castello di Malcesine, della costa veneta e
trentina e la maestosità del Monte Baldo, per avvicinarci allo
sbarco di Limone, con le sue limonaie e la bellezza dei suoi fiori.
Il
Maestro Bertuzzi in navigazione ci parla del Monte Baldo, della flora
e della fauna. nonché delle limonaie, dimostrando una competenza
fuori del comune ed una esperienza che gli permette di elencare pregi
e difetti (pochi) di tutto il territorio.
Ispirato da tanta bellezza e
dallo sguardo dei presenti, ho vergato dei versi per fotografare
l’attimo che stavamo vivendo:
Volti e maschere
Non siamo adusi incontrare
volti che piangono e ridono,
la folla indifferente,
assente.
Il rollio della barca e l’onda
tracciano rotte, vago il molo.
Muto, fisso il cielo e
l’acqua.
Osservo il sapere che avvolge
l’aria, attendendo,
immagino,
di spargere semi da coltivare.
La limonaia si mostra lontana
e lussuriosa, il sole a
carezzare
madre terra trascurata
sempre.
D’intorno maschere osservano
castelli, torri e l’acqua
limpida,
la storia seppellita dagli
istanti.
Sbarcati a Limone, dopo una
breve sosta, iniziamo il nostro percorso di visita per conoscere la
cittadina, che si sviluppa dal livello lago in alto verso la
montagna, avendo una estensione orizzontale molto ridotta.
La prima sosta, dopo avere
attraversato le stradine ricche di fiori e di negozi, è stata presso
la Parrocchia di San Benedetto Abate.
La
primitiva chiesa fu eretta probabilmente nel X secolo ed era filiale
della pieve di Tremosine, dalla quale si affrancò il 18 settembre
1532 diventando parrocchia autonoma. La chiesa fu restaurata nel XVII
secolo, ma, alla fine di quel secolo, era diventata troppo piccola
per soddisfare le esigenze della popolazione e si decise di
edificarne una nuova. L'attuale parrocchiale venne costruita tra il
1685 ed il 1690 su progetto di Andrea Pernici da Como e, nel
Settecento, fu edificato il campanile. Nel 1719 venne realizzato da
Cristoforo Benedetti l'altare maggiore, completato dal figlio Teodoro
e benedetto il 3 marzo 1724. La pala dell'altare maggiore è invece
di Battista del Moro del 1547 e mostra la deposizione di Gesù. Nel
1734 venne rifatto il pavimento, nel 1831 collocato il nuovo organo
e, l'11 ottobre 1879, consacrata la chiesa dal vescovo Daniele
Comboni. La parrocchiale fu restaurata nel 1907, decorata nel 1947 e,
infine, ristrutturata nel 2003.
Ultimata la visita ci
incamminiamo per visitare il Museo Comboniano, dedicato al vescovo
Daniele Comboni e che racchiude alcuni reperti che testimoniano la
sua vita. Daniele Comboni, nato a Limone del Garda il 15 Marzo 1831 e
morto a Khartum il 10 Ottobre 1881, ha fondato gli istituti
Comboniani del Cuore di Gesù ed è stato canonizzato da Giovanni
Paolo II il 5 Ottobre 2003.
Figlio
di umili braccianti che coltivavano la tenuta di un lontano parente
a Limone sul Garda, si trasferì a Verona in un istituto per ragazzi
con scarse disponibilità finanziare fondato dal sacerdote Nicola
Mazza che gli trasmise l’amore per l’Africa e per le missioni.
Diventato sacerdote, dedicò la sua vita all’Africa sub-sahariana
dove giunse missionario.
Fondato
un istituto di missionari, dopo alcuni ritorni in Italia, morì a nel
1881 a Khartum a causa di una epidemia di colera.
La
visita al museo ha riempito il cuore e l’anima di noi visitatori,
per la semplicità degli oggetti esposti e testimoniano una vita
vissuta per gli altri, soprattutto i deboli, consapevole che la bontà
va distribuita al prossimo, senza nulla tenere per noi.
Ultimata
la visita al museo si è iniziata una lenta discesa verso un luogo
conviviale, per rifocillarci e attraversare l’ultimo percorso che
ci avrebbe condotto al ritorno a Malcesine.
Il
Ristorante “Al Bigarola”, posto in collina e con un panorama
stupendo vista lago, era già pronto a riceverci con i suoi menù di
qualità, consentendoci una tranquilla sosta con cibi a scelta di
ogni commensale.
Alla
fine del pranzo, stimolato dalla Dirigente, abbiamo dedicato un breve
intervallo all’arte con la lettura di alcune mie poesie.
Onorato
dell’invito, ho letto “Volti e Maschere” e “Itaca”,mentre
ho pregato gli attori presenti (Alessandra Brocadello e Carlo
Bertinelli) a recitare due mie poesie (Il burattinaio e
Considerazioni) che di seguito pubblico.
Il
burattinaio
Ho mirato i tuoi occhi
cerulei.
Spenti, come il cielo grigio
che
minaccia pioggia prima di
sera.
Ho percepito tristezza e
voglia
di librarsi lontano, alla
ricerca
di approdi gioiosi per
inventare
futuri avulsi da intralci
precari.
Immaginato il domani incalzato
privo di minuti fuggenti,
ricolmo
di viali tranquilli e bambini
beati.
Oggi, le mani si muovono
pronte
per non sprecare il tuo tempo,
oro
per chi lo manovra, il
viaggiatore
che incombe allontanato di
fretta.
Sacrificata la terra che fu
degli avi
per il denaro che smuove le
acque,
con l’ingordo burattinaio ad
agitare
pedine ed indicare la via più
breve.
Domani un giorno diverso e
uguale,
viaggiatore sempre ignorato,
frivole
ore da evitare, l’otre del
burattinaio
vorace. Pende la spada di
Damocle.
Considerazioni
Anche gli alberi piangono
la solitudine ed il silenzio.
Le foglie colorate ornanti
selciati impolverati e nudi.
Solo il vento a raccontarci
grida festanti di fanciullini
ansanti, le gote inondate da
sorrisi, incertezze e domani.
Non percepivamo gli attimi
vissuti, testimoni del tempo
che fuggiva veloce da menti
incontaminate come l’acqua.
Ora rincorriamo brandelli di
sorrisi, labbra che sfuggono
il contatto, incastri delle
dita
a riscaldare il vecchio cuore.
Il lago, avvolto nella nebbia
di febbraio, agisce da notaio,
annotando il fluire dell’onda
e lo scarno roseto d’inverno.
Itaca
Cerchiamo Itaca
al di là del mare,
seguendo la pace,
per sfuggire alla
guerra avvolgente.
Morti raccontano di
luoghi invasi da corpi,
vivi, muti e sbandati, a
caccia di rifugi sicuri.
Vorremmo sbarcare a
Itaca, Penelope ancora
in attesa, la tela fatta e
disfatta, Ulisse sfocato.
Dispieghiamo le vele,
l’isola sempre lontana,
Ulisse decreta la sfida,
Attendendo l’eroe, Itaca
brama di avvistare la luce.
Ovviamente gli amici
Alessandra e Carlo, con la loro esperienza artistica hanno
valorizzato le mie composizioni e li ringrazio tantissimo per essersi
resi miei complici nel recitare i miei testi.
Ultimato il pranzo, portatore
di letizia sempre se consumato in benevole compagnia, abbiamo
visitato il Museo dei pescatori e la limonaia, per non dimenticare
alcune attività primarie che hanno caratterizzato il sostentamento
dei popoli rivieraschi del Lago di Garda (pesca e agricoltura).
Dopo gli anni 70/80, esploso
in tutto il territorio gardesano il turismo di massa, è mutato lo
stile di vita degli indigeni che hanno avuto l’accortezza di
sfruttare tutto il territorio dal punto di vista ambientale e
strutturale, tralasciando, a volte, altri aspetti della vita
quotidiana.
Il tempo, sempre, è tiranno e
ci costringe ad interrompere visioni e bellezze che accrescono la
beltà del momento.
E’ tempo di tornare e,
pertanto, ci avviciniamo al molo per intraprendere la via del
ritorno.
Il battello, puntuale all’ora
concordata, ci accoglie nel suo seno e, attraversato il Lago,
riportando i naviganti al
luogo che li aveva visti partenti la mattina.
Il percorso formativo ha
contribuito a conoscerci meglio, ha consolidato le amicizie ed il
rispetto, ha favorito la volontà di favorire altri incontri per
migliorarci e migliorare anche e, soprattutto, i rapporti che ogni
docente è tenuto ad avere con il mondo esterno e con gli alunni e le
loro famiglie.
Un grazie a coloro che
hanno permesso il buon esito dell’evento ed alla Dirigente che, al
timone di un natante difficile da tenere in rotta, con pazienza e
responsabilità naviga senza paura, per condurre la barca in porto.
Giuseppe
Romano
Malcesine,
29/05/2023