Anche gli alberi piangono
la solitudine ed il silenzio.
Le foglie colorate ornanti
selciati impolverati e nudi.
Solo il vento a raccontarci
grida festanti di fanciullini
ansanti, le gote inondate da
sorrisi, incertezze e domani.
Non percepivamo gli attimi
vissuti, testimoni del tempo
che fuggiva veloce da menti
incontaminate come l’acqua.
Ora rincorriamo brandelli di
sorrisi, labbra che sfuggono
il contatto, incastri delle dita
a riscaldare il vecchio cuore.
Il lago, avvolto nella nebbia
di febbraio, agisce da notaio,
annotando il fluire dell’onda
e lo scarno roseto d’inverno.
Giuseppe Romano
6/03/2023
L'autore
Bravo,versi molto apprezzati.
RispondiEliminaMolto bella caro PIno, complimenti. Ciao Angelo.
RispondiEliminaPoesia bellissima
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