venerdì 28 agosto 2020

Premio fedeltà 2020 Lecce

La Delegazione Provinciale di Lecce di "Poeti nella società" mi ha conferito il premio fedeltà per l'impegno e la continuità nel campo della letteratura e della musica. Un grazie alla Delegazione per il riconoscimento assegnatomi.

                                                                                   
 

giovedì 20 agosto 2020

Il centro

 

Equidistante
dal cerchio,
comprime
materie
velate
da cirri
oscurati,
promesse
di tempeste
sabbiose
da generare,
necropoli
di fiori
sbocciati
nell’abulia
del branco.

Buio totale.

Luce sfocata.

            Giuseppe Romano



20 /08/2020

venerdì 14 agosto 2020

Commento alla poesia di Enrico Buccheri


Enrico Buccheri, palermitano di origine, vive a Budrio nei pressi di Bologna, ed è impegnato socialmente e culturalmente.
Unendoci la passione per la parola, intesa come trasmissione di pensiero, mi ha cortesemente inviato una sua poesia al fine di commentarla, esprimendo, altresì, un giudizio.
Esercizio sicuramente non semplice in quanto ritengo che, al di là dei preziosismi tecnici, quel che conta è sempre la sensibilità dell’anima, che esprime sentimenti, a prevalere.
Enrico Buccheri, da buon siciliano, affronta un tema molto controverso in Sicilia sul nome dato ad una specialità della cucina siciliana: Arancina (Palermo), Arancino (Catania).
Non volendo dilungarci su questa diatriba che durerà fino all’eternità, è doveroso soffermarci sulla poesia di Buccheri, notando che l’autore, confermando brillanti doti letterarie, utilizza in questo componimento la rima baciata, con conseguente valorizzazione dei versi e riesce a descrivere dettagliatamente i diversi ingredienti utilizzati per la realizzazione della pietanza, le origini storiche, il dilemma continuo sul nome che identifica la pietanza (maschile o femminile), quasi un riferimento agli abitanti del pianeta che continuamente blaterano sul sesso (normale, diverso), come se ogni identità prescindesse dall’essere persona, con una sua condizione umana, con una personale voglia di vivere, sognare, amare in assoluta libertà.
E’ una lezione di etica che Enrico Buccheri ci vuole indicare, ma con una amara conclusione: l’uomo guarda sempre il suo orticello, mai l’infinito.
Ovviamente non posso che esprimere un parere positivo su tutta la poesia, per l’organicità del contenuto, la progressione analitica dell’argomento trattato, la descrizione delle sensazioni provate mano a mano che la pallina si completa osservandola con lo sguardo (/in bocca muove la saliva/).
Un bel testo che si legge piacevolmente e che rinnova l’amore e la melanconia per una terra che non si vorrebbe mai lasciare e che rimane sempre avvinta negli angoli del cuore.
Edera abbarbicata al muro della vita.
Giuseppe Romano


14/08/2020







Chicco stretto a chicco in un opera sopraffina
come un glomere di api a protegger la regina:
son migliaia a circondare un ripieno variegato
ricoperti nell’ insieme da un sol guscio ben dorato.
Capolavoro culinario, il più gustoso tra gli sfizi,
converte una rosticceria in galleria degli Uffizi;
se l’occhio osserva, in bocca muove la saliva:
le papille bramano il manufatto di Oryza Sativa.
Sempre alla moda, adatto in ogni occasione
a merenda, pranzo, cena ed anche a colazione
ha origini lontane, in Sicilia, con gli Arabi dominanti
che all’insaputa furon padri di uno dei nostri vanti:
fu il loro uso di appallottolare nel palmo della mano
un po’ di riso cotto e aromatizzato con lo zafferano
a causare la scintilla, un Big Bang della gastronomia
che donò così all’’umanità una vera leccornìa.
Il suo cuore è di carne, ragù con piselli per la precisione”
grida deciso il conservatore a difesa della tradizione,
posso tollerare il burro con formaggio e prosciutto cotto
ma mai altro ripieno, altrimenti faccio un casotto”.
Ma l’evoluzione non si ferma e può portare tanti vantaggi
come gusti nuovi al salmone, pollo, funghi e tutti gli ortaggi.
E non sia considerata come un buio e mero spauracchio
la versione dolce alla nutella o col gelato al pistacchio.
E’ patrimonio della golosità conosciuto in tutto il mondo
il suo aspetto può variare, a volte a cono altre è tondo;
ma se la forma mutevole è ormai variante accettata
rimane la questione del sesso che mai è stata acclarata:
Palla di riso che resiste ai secoli” come definì il Basile,
può esser maschio o femmina, è question di campanile;
ma ognuno la chiami come meglio crede e preferisce
tanto “Arancina o Arancino” è una diatriba che mai finisce.
E.Buccheri

giovedì 13 agosto 2020

Il faro

                                                                                                     A Giorgio Lorenzoni

In un angolo sperduto

d’un armadio obsoleto

è emerso un diario di bordo

vergato con la penna d’oca

bagnata dall’inchiostro

versato un dì nei calamai

dei tavoli di discepoli

agghindati da grembiuli

blu e nastri colorati.



Estesi i pantaloni corti,

l’Erminia già occupava

gli amorosi pensieri

d’un vivace pargolo

che sognava conquiste,

ma era conquistato.



E’ veloce il pianeta

che gira attorno al sole,

il caldo ed il freddo,

il lago e la montagna,

l’alternarsi del giorno

e della notte, la prole

che illumina la scena

e dilata di felicità

il cuore che ci guida

in questo mare cangiante

il sereno e la tempesta.



Navigo a vista, con il faro

che indica la rotta ed i

delfini che forgiano la squadra,

giocando con le onde della vita.



E’ tempo di ludiche giornate

per allietare visi conoscenti

con istanti discrepanti,

spezzando cicliche

monotonie e speranze,

ed il faro a illuminare

acque limpide e coralli.



Percorrendo la rotta,

l’Erminia sistema i miei

capelli e mi rimbrotta per

l’allineamento delle coppe.



E il mezzo secolo trascorso

tra le acque quotidiane

della vita, rimane fermo

al nastro di partenza e mira

il faro ancora in lontananza.



                  Giuseppe Romano

       12/08/2020

martedì 11 agosto 2020

Brevi note su “Le chiavi di Platone” di Marco Tempestini

 

Ho finito di leggere “Le chiavi di Platone” di Marco Tempestini, scrittore conosciuto a Malcesine, paesino ameno situato sul lago di Garda, quasi per caso, in occasione della presentazione del libro “I miei deserti” di Carolina Monaci, avvenuto ad Ala (TN) il 31/07/2020, che, da subito, ha saputo trasmettermi la sua simpatia e la sua profondità intellettuale.

Premetto che non ho la presunzione di saper recensire libri, per cui il mio non potrà mai essere un giudizio critico, bensì un semplice parere basato sull’istinto e sulla emozione che ho potuto cogliere dalle parole lette.

Marco Tempestini, nativo di Pistoia, è laureato in Scienze Filosofiche, con esperienze culturali che lo hanno condotto a Madrid, dove ha insegnato lingua italiana presso l’Istituto Italiano di Madrid ed ha accumulato esperienze nel settore dell’educazione ambientale ed in quello museale.

Le chiavi di Platone” è il suo romanzo d’esordio e sviluppa la trama, ambientata temporalmente nel 1963, nella Roma di quel tempo, intercalata da un rapido e breve viaggio a Cuba.

E’ un romanzo giallo che si fa leggere tutto d’un fiato perché scorrevole e semplice, pur con opportuni riferimenti al mondo filosofico che fa capolino tra le righe, rivelando la matrice culturale dell’autore, e tiene il lettore attaccato al filo del romanzo al fine di giungere nel più breve tempo possibile alla conclusione.

Dalla lettura del romanzo, sono emersi, a mio parere, dei messaggi che l’autore ha voluto inviarci:

- A prescindere dalle possibilità economiche che ciascuno di noi possiede, è importante potere scegliere in piena e assoluta libertà, senza condizionamenti esterni, il proprio modo di vivere, perché ciò ci consente di stare in pace con noi stessi, condividendo agi o difficoltà con la comunità che ci sta attorno.
- L’amicizia è sacra e non può essere tradita.

- In qualunque stagione l’uomo, di qualsiasi ceto o nazionalità, bramoso di denaro, continuerà a seminare odio e terrore per il solo ed esclusivo tornaconto, non considerando l’umanità nella sua interezza.

E per il rapporto d’amore che si intreccia all’interno del romanzo, vuole insegnarci che a volte bisogna sacrificare qualcosa o qualcuno, anche con la morte nel cuore, pur di salvare qualche altro che ci appartiene.

Le poesie che chiudono il romanzo trasudano di luce e spiritualità (…. una lacrima scese/ nella tasca della sua giacca/ e lui la scambiò/ per il concentrato segreto/ dell’ampolla dorata di Dio.)

Un romanzo moderno, scevro da orpelli superflui, con il periodo che scorre naturalmente, senza parole contorte.

Giuseppe Romano


11/08/2020

domenica 9 agosto 2020

Incertezza



Sciolto
dal calore
del sorriso
quel gelato
sognato
nel meriggio
d’una estate
di agosto,
custode
il sasso
che governa
il vento e
il cuore
del viandante.

Ma non era
sapore di Sicilia
ciò che sorbivo,
e, lento,
gustavo, incerto,
particelle
di vaniglia.

Dovrò inventarmi
sapori nuovi
per incrociare,
ancora,
i lampi
dei tuoi occhi
velati da
mascherine
imposte.

            Giuseppe Romano



9 /08/2020
Riva del Garda (TN)

lunedì 3 agosto 2020

Nuovo arcobaleno


Non dimentichiamo.

Si sono spente
quarantatrè candele
che non brilleranno più.

Anime non scaldano
braccia al sole e non
tornano più al talamo.

Sedie restano vuote,
con fiumi di lacrime
a bagnare il domani.

Un nuovo ponte,
la carena ovale,
ricollega la valle.

Lo sciame di api
riprenderà la via
a costruire alveari.

Passata la tempesta,
l’arcobaleno illumina
la scena e l’orizzonte.

Non dimentichiamo.

Giuseppe Romano
3/08/2020
Inaugurato il Ponte Genova – San Giorgio
progettato dall’Arch. Renzo Piano per
sostituire il ponte Morandi crollato nel 2018
con 43 morti e diversi feriti.

sabato 1 agosto 2020

I miei deserti di Carolina Monaci

PRESENTAZIONE “I MIEI DESERTI”
DI CAROLINA MONACI
ALA - PALAZZO TADDEI - 31/07/2020 - ORE 20,45



     Con la collaborazione dello scrivente e di Vittorio Cantoni, Carolina Monaci ha presentato questa sera a Palazzo Taddei di Ala il suo libro “I miei deserti”, evento organizzato dalla Società degli Alpinisti Tridentini – Sezione di Ala (TN). 

                                                                  

 
    Alla presenza di un numeroso pubblico, Carolina ha raccontato dei suoi deserti e della sua vita di donna, madre ed atleta. 

                                                               
            
 
    Vittorio Cantoni, Mental Coach di Carolina, ha relazionato, nel suo intervento, sui metodi da lui utilizzati per consentire a Carolina di affrontare al meglio delle condizioni psico-fisiche le gare alle quali l’atleta Carolina doveva partecipare, dispensando anche suggerimenti di natura tecnica sui metodi da adottare nel caso di partecipazione ad eventi sportivi e non per il migliore raggiungimento di traguardi anche estremi.

                                                                  


    Personalmente ho letto alcuni brani tratti dal libro, la mia poesia “La meta”, anch’essa inserita nel libro stesso e le motivazioni che mi hanno aiutato a confrontare i miei deserti con quelli di Carolina.

                                                                      


    Bellissima serata all’interno del cortile di Palazzo Taddei, terminato con un lunghissimo applauso da parte del partecipe e competente pubblico presente al quale va il ringraziamento mio, di Vittorio e di Carolina.

                                                                 
       

   Subito dopo siamo stati graditi ospiti nella Sede Sociale della Società organizzatrice dell'evento alla quale va il nostro plauso ed un sentito particolare ringraziamento.
                                                              

   Con un arrivederci al prossimo incontro.

                                                             
 
                                                                                                  Giuseppe Romano

        Ala (TN), 31 Luglio 2020