A Giorgio Lorenzoni
In un angolo sperduto
d’un armadio obsoleto
è emerso un diario di bordo
vergato con la penna d’oca
bagnata dall’inchiostro
versato un dì nei calamai
dei tavoli di discepoli
agghindati da grembiuli
blu e nastri colorati.
Estesi i pantaloni corti,
l’Erminia già occupava
gli amorosi pensieri
d’un vivace pargolo
che sognava conquiste,
ma era conquistato.
E’ veloce il pianeta
che gira attorno al sole,
il caldo ed il freddo,
il lago e la montagna,
l’alternarsi del giorno
e della notte, la prole
che illumina la scena
e dilata di felicità
il cuore che ci guida
in questo mare cangiante
il sereno e la tempesta.
Navigo a vista, con il faro
che indica la rotta ed i
delfini che forgiano la
squadra,
giocando con le onde della
vita.
E’ tempo di ludiche giornate
per allietare visi conoscenti
con istanti discrepanti,
spezzando cicliche
monotonie e speranze,
ed il faro a illuminare
acque limpide e coralli.
Percorrendo la rotta,
l’Erminia sistema i miei
capelli e mi rimbrotta per
l’allineamento delle coppe.
E il mezzo secolo trascorso
tra le acque quotidiane
della vita, rimane fermo
al nastro di partenza e mira
il faro ancora in lontananza.
Giuseppe
Romano
12/08/2020
Bella poesia!Saluti OLga
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