martedì 28 aprile 2020

Il ponte Morandi - Genova

Oggi, 28/04/2020 è stata fissata l'ultima campata del Ponte Morandi: il nuovo viadotto è completo. Le mie emozioni scaturite in occasione del crollo del vecchio ponte in quel lontano (ancora vicino) agosto 2018.

Di un ponte crollato

Non sei andato al mare,
ma solo a morire
su un ponte di carta
dissolto da una nuvola
violenta e incapace
di spargere fiori.
L'orso di pezza
ha contato le ore
per vivere ancora,
ma il giunto è crollato,
il castello è franato nel buio,
il cemento è solo farina.
Una sola certezza
dal vento
che muove bandiere:
la morte che non trova risposte.

                             Giuseppe Romano
14/08/2018

mercoledì 22 aprile 2020

Annuario 2020 - Accademia Arte e Cultura Michelangelo Angrisani

Anche quest'anno l'Annuario Parole, Segni e Colore, edito dall'Accademia Arte e Cultura - Accademia di Belle Arti, Letteratura e Scienze, ha pubblicato due mie composizioni. Un grazie particolare al Presidente Michelangelo Angrisani.
     Giuseppe Romano
Malcesine, 22/04/2020

   

venerdì 10 aprile 2020

Urtimu viaggiu



S’inni vannu,
ca sula campana
c’accumpagna,
senza li lacrimi
di figghi e di parenti.

U Signuri,
ca, propria di sti’ tempi,
mori e poi arrivisci,
talia di luntanu
sta mattanza e pria
a so’ Patri
di fari quarchi cosa
pi stu’ munnu.

Ntantu i casci i morti
si inchinu di corpi
senza ciatu.

E mi ddumannu
camu fattu
pi miritari
chistu focurannu
ca ‘nni teni sirrati
nta sti quattru mura,
orbi d’amuri e di strinciuti.
Ddumanni senza aviri
na risposta, nummari sulu
pi inchiri quaderni
di nomi, cugnomi,
dati i morti

E ‘na telefonata
pi ‘nfurmari
ca ddu cristianu
nni lassò pi farisi
l’urtimu viaggiu.

           Giuseppe Romano



10/04/2020
Continua la pandemia che ha colpito il mondo
intero, uccidendo ancora in tutti i continenti.

venerdì 3 aprile 2020

La Cala 3.0



In Angelo Battaglia, le forme plastiche simmetriche creano il movimento illusorio

           Le opere fotografiche di Angelo Battaglia, dal titolo “La Cala 3.0” (2015-2018) sono in continuità creativa, ovvero in sintonia con gli studi della “Psicologia percettiva” degli anni Sessanta e Settanta. Le possibili parentele sono da ricollegare con gli autori della Optical Art, e precisamente con la Bridget Riley e con l’ungherese Victor Vasarely, e con gli artisti e gli architetti dell’Istituto d’arte “Bauhaus” fondato nel 1919, e con la rivista olandese “De Stiyl” fondata nel 1917, aggiungerei gli studi di Rudolf Arnheim, sui linguaggi della percezione visiva.
            La sua ricerca tende a rappresentare o ad accentuare i valori visivi, che attraverso le griglie modulari e l’utilizzo del retino da lucido, creano l’illusione ottica del movimento, offrendo allo spettatore-fruitore il rapporto diretto con le opere, quasi estranei alla stessa soggettività dell’autore. Ma nei lavori di Battaglia, la geometrica o concreta narrazione astratta, che soprattutto predilige la suggestione dei colori primari, crea un ulteriore dinamismo del luogo marino, quasi ricreato da strutture identiche che si intersecano su due o tre dimensioni.
            L’autore ci dona una configurazione, che già si proietta come possibile futuro d’armonie simmetriche, dove l’unità plastica diviene linguaggio razionale di bellezza. E succede che il suo percepire neurale, ci dona le geometriche forme delle nuvole danzanti sull’antico porto Fenicio; oppure i concentrici simboli sferici che rappresentano il sacro Monte del Pellegrino; e ancora ci dona: le anonime figure umane, quasi una moltitudine, che traducono un’astrazione formale, quasi metafisica.
            Si, possiamo scrivere che le configurazioni del reale, si tramutano in ripetute sperimentazioni ottiche, come nella descrizione delle barche che sostano, quasi staticamente; altresì, gli alberi della Cala diventano forme di luce in simbiosi con gli agglomerati urbani. Il Nostro, che sperimenta le sue riflessioni di carattere estetico, mostra la presenza del cielo terso, segmentato in modo illusorio, identificabile con le linee verticali degli assi delle barche, che a lui sembrano rivolgersi o accostarsi. Altri elementi compositivi realisti, divengono motivo simbolico di un astrattismo che ha una sua incisiva tematica oggettiva.
            Per concludere, possiamo affermare che in Angelo Battaglia, la sua sintesi immaginativa: prodotta dai processi conoscitivi che lo coinvolgono, risiede nella ricerca di una perfezione informale astratta, intellettiva e razionale, oltre la logocentrica secolare arte della civiltà occidentale. Il suo è un canto d’amore, per la città millenaria che ha origine dal mare vivente, luogo d’azzurri che accoglie tutti i popoli del mediterraneo.