attraverso i rovi
di tortuose vie,
vedo nel cupo sguardo
che, simile a lama,
incide le ferite
su corpi adoranti.
Tra le note del tuo io
disincantate viole
espandono acerbi
messaggi mutevoli,
depistando il certo,
rincorrendo verità
che generano dubbi.
Tormentati sibili
lacerano crepacci
con abissi profondi,
nella foresta nera
ammantata da brume
oscuranti la luce.
Sottile, il mistero
penetra rami spogli,
attendendo il sole.
Giuseppe Romano
Malcesine,1/06/2012
Bella ma non l'ho compresa facilmente. Mi aiuteresti ? :)
RispondiEliminaCaro Pino,diventi sempre più complicato nelle tue prose o sono io che invecchiando comincio a comprendere meno le cose semplicemente belle come le tue poesie? Ciao Angelo.
RispondiEliminaCiao Angelo, grazie di essere passato nel mio blog. Questa poesia di Giuseppe è bella e molto profonda e triste. Sofferenza e tormento che anelano a trovare un pò di luce....
RispondiEliminaA presto