E’ un continuo domani,
con la luna che ride di me
ed il sole che brucia la vita.
L’attesa, ritmata dall’onda,
morde la briglia come il
cavallo che mira il mossiere.
Improvviso lo sparo, la folla
che ringhia, il cuore impazzito
agogna arrivo e drappellone.
Mi giro d’intorno con rumori di
passi a caccia di fatui fantasmi.
L’attesa infranta da una muraglia.
Il refrain ripete forse domani.
Lacrime arano il viso rugoso.
Giuseppe Romano
28/06/2024
Credo sia la poesia più triste che io abbia mai letto sul tuo blog. È vissuta e per questo motivo è cosi intensa e memorabile.
RispondiElimina