giovedì 22 luglio 2021

L'ultimo sogno di Einstein

 

 E’ un invisibile filo conduttore che unisce le diverse vite che si materializzano attraverso i capitoli del secondo volume di Marco Tempestini “L’ultimo sogno di Einstein”, romanzo triller che vuole essere (ed è) il seguito dell’altro suo romanzo “Le chiavi di Platone”.

Con un finale a sorpresa che lascia l’attento lettore sbigottito ed ammirevolmente sorpreso per una storia che aggredisce piacevolmente chi legge, spingendolo ad inoltrarsi pagina dopo pagina per scoprire quanto prima l’epilogo del mistero che avvolge tutto il romanzo.

I luoghi in cui sono ambientati i fatti, inoltre, vari e variegati, distanti tutti tra di loro, descritti nel romanzo, denota una perfetta conoscenza degli stessi con particolari che (per il lettore che ha avuto la fortuna di viverne alcuni personalmente) ritornano alla memoria con nostalgia.

Un autore, Tempestini, che tiene sempre desta l’attenzione, con dovizia di particolari che, comunque, non vanno mai sopra le righe.

Un romanzo che, partendo da una stazione di partenza, alla fine torna alla stessa stazione di origine, come un cerchio che si chiude per ritrovare sempre le proprie radici.

Con una chiusa finale sui semi e sull’acqua che sono l’inizio della vita.


                                                                                              Giuseppe Romano


22/07/2021

venerdì 16 luglio 2021

Riflessi perduti

 Cogliere i riflessi dei tuoi occhi

è scalare crinali di nivei monti e

respirare brezze bucate dal viso

appena sfiorato da diafane perle.


Giorni in chiaroscuro a decrittare

impenetrabili pensieri e la psiche

incuneata tra gli angoli invisibili

della mia mente avida di carezze.


Colmi di rugiada, fiori, sbocciati

a primavera, invocano mani tese

per ritrovare riflessi perduti nella

landa deserta privata di orizzonte.


                        Giuseppe Romano


         16/07/2021

 

sabato 3 luglio 2021

La chiamata

 


Non ho chiamato

e mi dispiace.


Ricordarti che esisto

mi fa sentire bene, pur

gravido che sono di anni

e lontane tenerezze.


Le colline, diventate montagne,

guatano oltre l’orizzonte con il

sole tramontato che anticipa

il buio della notte.


Ti chiamerò un giorno per

ascoltare i suoni e le parole.


Colmeranno i vuoti del mio tempo.


                   Giuseppe Romano


3/07/2021