UNIVERSITA’
DEL TEMPO LIBERO
MALCESINE
– PALAZZO DEI CAPITANI
Dalla tomba di Dante ai
mosaici bizantini (in preparazione alla gita a Ravenna).
Prof.ssa Luciana Calzà.
Al
fine di prepararci più esaustivamente alla visita che il prossimo 5
aprile faremo a Ravenna, città che, come noto, ospita la tomba del
divino Dante, la Prof.ssa Luciana Calzà, dopo averci precedentemente
presentato la figura e la vita di Dante Alighieri, nella sua
completezza storica e letteraria, ci illustra oggi la realtà
storico-culturale della Città di Ravenna, che sorge in
Emilia-Romagna, con i suoi colorati mosaici e le Basiliche a pianta
ottagonale.
Le origini:
In
origine diverse popolazioni provenienti da Est occupano il territorio
vicino al mare e alla foce di un fiume fino alla conquista romana fra
il III e il II a.C.. Nell’89 a.C. la città venne
federata a Roma e Giulio Cesare vi concentrò le sue truppe prima
del passaggio del Rubicone verso Roma. Al tempo di Augusto, che vi
creò un porto militare, divenne municipio romano e capoluogo della
regione Flaminia. Assieme alla flotta giunse il Cristianesimo, che
la leggenda vuole venuto dalla Siria nel primo secolo, ad opera di
Sant’Apollinare, le cui imprese vengono narrate nel sesto secolo
dal Vescovo Massimiliano e a cui vengono dedicate due Basiliche:
Sant ’Apollinare in Classe e Sant’Apollinare Nuovo in città.
Nel
402 d.C. Onorio trasferisce a Ravenna la capitale dell’Impero
Romano d’Occidente, fino alla caduta del potere bizantino in Italia
(751) . La città era circondata da paludi, l’unica via di accesso
veniva da Rimini ed era costruita sulla cresta delle dune costiere
difficilmente accessibile agli invasori Visigoti, aperta invece ai
soccorsi navali da Oriente. Gli edifici erano costruiti con sabbia e
mattoni, adottando la tecnica delle volte leggere in tubi fittili per
garantire elasticità e leggerezza. Tutti gli edifici hanno un
aspetto esterno
povero.
Ha
inizio per Ravenna la stagione della prima fioritura.
Una
delle prime figure note per il suo contributo artistico e religioso
in particolare a Ravenna, dove si trova il celebre Mausoleo a lei
dedicato, fu Galla Placidia (388 – 450), una delle figure più
influenti dell’Impero d’Occidente nel V secolo. Figlia
dell’Imperatore Teodosio I, visse un periodo di turbolenze
politiche. Prigioniera
dei Visigoti (410), sposò il successore di Alarico, Ataulfo.Tornata
a Roma, dopo la morte di Ataulfo, si sposa con il generale Costanzo
III da cui ha il figlio Valentiniano III, futuro imperatore. Alla
morte di Costanzo III, Valentiniano III diventa imperatore con la
reggenza della madre, per assumere i pieni poteri alla maggiore età.
Agli
inizi del V secolo il Vescovo Orso costruisce la Cattedrale e il
Battistero che assume il nome di Battistero Neoniano o degli
Ortodossi con i suoi mosaici ricchi e vivaci che esaltano la piena
divinità di Cristo in linea con il Concilio di Nicea. Viene
realizzato anche il Battistero degli Ariani per celebrare, entrambi,
il sacramento del battesimo, sottolineandone così una differenza di
arte, committenza e significato storico, pur condividendo il
messaggio universale di fede e rinascita.
Da
porre in evidenza che l’eresia Ariana non negava la Trinità, ma ne
contestava i rapporti tra le parti, con il Figlio che non era parte
del Padre, ma era stato creato dal Padre e ne era quindi subordinato.
Queste controverse teorie convinsero l’Imperatore Costantino a
convocare il primo concilio ecumenico cristiano di Nicea (325). Con
la caduta dell’Impero Romano d’Occidente nel 476 d.C., Teodorico
II il Grande (454-526), re degli Ostrogoti, governò l’Italia dal
493 al 526 e fece di Ravenna la sua Capitale, con
l’ovvia conseguenza che la città divenne un centro di arte e
architettura, con opere come il Mausoleo di Teodorico e la Basilica
di Sant’Apollinare Nuovo. Con la morte di Teodorico, Giustiniano
riprende il controllo politico su Ravenna e, con l’aiuto del
Vescovo Massimiano, completa le Basiliche di San Vitale e di
Sant’Apollinare in Classe.
A
seguito dell’invasione longobarda, si chiude il periodo
dell’Esarcato
e Ravenna, sede dell’Esarca (rappresentante dell’Imperatore)
scivola in un contesto di tipo regionale (751).
Quando
dopo il 1000 in Italia fioriscono i Comuni, Ravenna si trasformò in
Comune e subentrò la Signoria. Nel 1275 si afferma la Signoria dei
De Polenta e Guido Novello ospitò Dante negli ultimi anni della sua
vita (1318-1321), con la gratitudine e l’affetto del poeta che,
come noto, era esule da Firenze.
Ma
Ravenna non è nota solo per ospitare la tomba di Dante, bensì anche
per le sue opere d’arte, per i mosaici che valorizzano la sua
architettura, per i Mausolei e questa nostra visita ci consentirà di
ammirare il Mausoleo
di Galla Placidia, commissionato nella
prima metà del V secolo d.C. da Galla Placidia, con
una pianta a croce e una cupola nascosta da un tiburio a torretta
quadrata all’incrocio di quattro braccia e l’interno con le
decorazioni in mosaico; la Basilica di San Vitale, commissionata
sotto il dominio dei Goti al tempo dell’arcivesco Ecclesio
(525-526) e ultimata quasi vent’anni dopo durante il regno di
Giustiniano, con un impianto planimetrico centrale e soluzioni
strutturali
che la distinguono dalle tipiche chiese d’impianto basilicale e con
l’edificio che svetta su due corpi prismatici in mattoni, uno più
alto e uno più basso, a pianta ottagonale. Ovviamente
l’interno
della
Basilica è decorata con mosaici stupendi che valorizzano l’intera
struttura. La figura del martire Vitale compare nel meraviglioso
mosaico dell’abside alla sinistra del committente Ecclesio. Come
lui successivamente moriranno martiri la moglie Valeria e i due figli
Gervasio e Protasio. Da visitare il Battistero
degli Ortodossi, edificato attorno agli inizi del V secolo, con la
base posta sotto il livello della strada dovuto al fenomeno della
subsidenza che riguarda vari edifici della città. Il Battistero, di
forma ottagonale, presenta lati alternativamente rettilinei e
absidati, traforati in alto da una finestra con arco a tutto sesto e
porte interrate, l’interno
mostra una ricca decorazione tripartita, marmi nella parte inferiore,
stucchi nella parte mediana e mosaici nella parte superiore, con al
centro una vasca ottagonale di marmo greco e porfido rifatta nel
1500. Da
ammirare la cupola dove emergono le figure dei 12 apostoli abbigliati
di tunica e suddivisi in due schieramenti capeggiati da San Pietro e
San Paolo. Il Battistero degli Ariani risale al V secolo d.C. ed è
stato fatto, probabilmente, come complemento liturgico alla vicina
Cattedrale degli Ariani.
Sant’Apollinare
Nuovo, inizialmente dedicata al Salvatore e dedita al culto ariano,
da
successivamente consacrata al culto ortodosso e intitolata a San
Martino, Vescovo di Tours.
La
tomba di Dante, costruita tra il 1780 e il 1781 su progetto
dell’arch. Camillo Morigia si staglia sul fondo di via Dante
Alighieri ed è soprannominata Zona del Silenzio. Sull’architrave
di accesso un cartiglio
(Raffigurazione,
per lo più dipinta o scolpita, di un rotolo cartaceo, in parte
spiegato, spesso contenente un’iscrizione) in marmo che
recita
“Dantis Poetae Sepulcrum”, identificando immediatamente il luogo
in cui ci si trova.
La
sepoltura di Dante fu oggetto di diatriba fra Ravenna e Firenze che
ne reclamava le spoglie in quanto Dante era stato figlio di Firenze,
ricorrendo anche a papa Leone X. Il papa dette il suo assenso a patto
che i fiorentini provvedessero loro stessi a prelevare e trasportare
le spoglie di Dante, ma, una notte del 1519, grande fu la delusione
nel trovare la tomba vuota. I francescani, temendo la risposta
positiva del papa al trasferimento del poeta a Firenze, avevano
provveduto a mettere al sicuro le ossa.
Il
25 Maggio 1865, durante alcuni lavori di manutenzione del convento,
un muratore rinvenne casualmente in una parete una cassetta di legno
con su scritto “Dantis ossa a me Fra Antonio Santi hic posita anno
1677 die 18 octobris”.
L’intervento
immediato di un giovane studente, Anastasio Matteucci, salvò la
cassetta dalla distruzione, legittimando
Ravenna come sede per l’eterno riposo del grande Dante Alighieri.
Torneremo
a casa più ricchi di sapere e con gli occhi colmi di meraviglia.
Giuseppe
Romano
Malcesine,
2
Aprile
2025